DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

1 Luglio 2024

WWF: ITALIA IN STATO DI CALAMITÀ “CLIMATICA” PERMANENTE

AGIPRESS – Una pioggia torrenziale violenta e intensa, come non si vedeva da circa 20 anni in Valle d’Aosta e Piemonte. Frane, torrenti che esondano, Cervinia nel fango e Cogne isolata con centinaia di cittadini evacuati e altrettanti da portare in salvo. Temperature registrate in alta quota mostrano, dal 1981 al 2023, una continua corsa verso l’alto. Danni ancora incalcolabili per le due regioni italiane, mentre fra Svizzera e Francia si contano sette nuove vittime degli eventi climatici estremi.

Scenari di frane e inondazioni sono ormai tragicamente protagonisti dei nostri territori e per il WWF è sempre più evidente che viviamo in un nuovo “Stato di calamità climatica permanente”, dove la crisi climatica costituisce la maggiore minaccia alla sicurezza dei cittadini, con temperature record e caldo estremo che si alternano a violente precipitazioni e devastanti inondazioni. Questo, poi, insiste su territori fragili e privi di una seria valutazione e prevenzione dei rischi. Quello che è accaduto a Cogne è causato dal cambiamento climatico che ormai moltiplica gli eventi estremi una volta rarissimi, rendendoli quasi giornalieri, ma evidenzia anche tutti i ritardi del nostro Paese nell’affrontarlo, prevederlo e mitigarlo. Amministrazioni locali hanno preferito progetti speculativi e legati alla spinta al turismo di massa che progetti di tutela del territorio e di mitigazione. E sono spuntati parcheggi e aree camper a due passi dai torrenti, oggi sommersi dalle acque. Tra i 200 evacuati anche i ragazzi e le ragazze che partecipavano al campo trekking in tenda “Into the wild” di WWF Travel e cooperativa Indaco. Vista la situazione il campeggio Valnontey è stato abbandonato per tempo e i minorenni sono stati tra i primi a essere trasferiti ad Aosta in elicottero.

Il moltiplicarsi di eventi climatici estremi mette ancora più in evidenza la necessità improrogabile e urgentissima di attrezzarsi per affrontare le cause e le conseguenze del riscaldamento globale. Gli scienziati ci dicono che la finestra per intervenire e limitare il riscaldamento globale a 1,5° C rischia di chiudersi se non cambiamo passo subito. La mitigazione (cioè il taglio delle emissioni di gas climalteranti) e l’adattamento del nostro territorio e di tutte le attività al cambiamento climatico devono diventare le assi dell’azione di programmazione economica e politica. Per il WWF è fondamentale quindi riportare la pianificazione a livello di bacino idrografico, per gestire efficacemente la risorsa idrica e il dissesto idrogeologico; indispensabile promuovere interventi di nature based solution, di ingegneria naturalistica e di ripristino ambientale volti a ridurre l’estrema vulnerabilità del nostro territorio. Invece di lavorare per affrontare la crisi climatica spesso ci si sbraccia per accampare scuse per non farlo, salvo che poi i media sono costretti a riportare le cronache di disastri, alluvioni, ondate di calore, incendi: rischi che non risparmiamo ormai nessuno dei nostri ambienti dalle montagne alla costa, dai boschi alle pianure. Per non parlare delle città.

È necessario ridare spazio ai fiumi, recuperare aree di esondazione naturale, ripristinare, ove possibile i vecchi tracciati, avviare interventi di rinaturazione diffusi sul territorio. È sempre più urgente una politica di adattamento ai cambiamenti climatici che vada oltre la logica di emergenza e ne consideri gli effetti nella pianificazione ordinaria. Purtroppo la situazione è in continuo peggioramento come dimostrano i dati sul consumo di suolo che ha ripreso a correre con maggiore forza del passato, superando la soglia dei 2 metri quadrati al secondo e sfiorando i 70 chilometri quadrati di nuove coperture artificiali in un anno, un ritmo non sostenibile che dipende anche dall’assenza di interventi normativi efficaci in buona parte del Paese o dell’attesa della loro attuazione e della definizione di un quadro di indirizzo omogeneo a livello nazionale.

Il WWF chiede di agire subito, prima che il contatore delle tragedie e delle vittime continui a correre. Ma per agire bene è necessario avere finalmente una governace climatica, in altre parole approvare subito una legge sul clima e una legge per arginare il consumo del suolo, oltre che dare piena attuazione al Piano Nazionale di Adattamento Ai Cambiamenti Climatici approvato a dicembre e poi messo in un cassetto: senza perdere altro tempo prezioso.

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