DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

13 Ottobre 2023

Viola Park: “Entro anche io… no tu no, e perchè? Perchè no”

Il commento di Massimo Sandrelli.

AGIPRESS – FIRENZE – Il direttore del Corriere dello sport – Stadio Ivan Zazzaroni ha disertato, nonostante i ripetuti inviti, l’inaugurazione del Viola Park. L’ha fatto, come ha spiegato nel suo editoriale, perché alle critiche si risponde sul campo e con i fatti ma non con le chiusure e i divieti. Un gesto eloquente che prende spunto dall’episodio che ha visto protagonista un altro collega Francesco Matteini, il quale, come racconta senza essere smentito, dopo essersi visto rifiutare l’accredito stampa per assistere ad una partita della squadra Primavera (dentro il Viola Park) ha acquistato un biglietto on line ma è stato bloccato sulla porta e invitato a non entrare perché non gradito.

Convivere con il dissenso è difficile per chiunque, dalle mura domestiche, ai luoghi di lavoro. Figuriamoci per i “potenti” che difficilmente sopportano chi non la pensa allo stesso modo e che, magari, si premette di criticare. Il mestiere del giornalista “sembra facile¦” come sussurrava Beppe Begolotti (un grande inviato di sport e molto altro). Tutti, almeno a parole, sono per la libertà di stampa ma quando un giornalista fa domande scomode o accenna a critiche, allora la musica cambia e, nonostante che dopo il “ventennio” si siano ristabilite delle regole certe, il fastidio induce chi è oggetto di quelle critiche a reagire spesso in modo sgarbato o addirittura violento. Eppure la legge riconosce il diritto di replica o comunque il diritto di adire per vie legali a coloro che si sentano vittime di diffamazione. Va detto che la nostra categoria non è esente da colpe. Fatto è che nell’immaginario collettivo nel tempo si è fatto strada il luogo comune per cui alla nostra professione spesso viene associato il termine bugia. E succede che quando Trump accusa la Cnn di diffondere fake news (cioè bugie) incontra perfino un certo favore tra i propri fans. Eppure fu proprio la Corte Suprema degli Stati Uniti a sancire il principio secondo cui la stampa è al servizio di chi è governato non di chi governa. Proprio dopo quella sentenza il presidente Usa Richard Nixon ordinò di impedire l’accesso ai giornalisti del Washington Post alla Casa Bianca salvo dare le dimissioni per evitare di essere cacciato. Nella realtà di oggi tutti i giorni il malcostume di “bandire” giornalisti o di inserirli in liste di proscrizione è sempre in crescita, destando purtroppo sempre meno clamore. Il caso del giornalista Francesco Matteini va oltre. Infatti dopo avergli negato l’ingresso come giornalista ad una partite delle giovanili, con futili motivi, si è arrivati a impedirgli l’accesso come cittadino pagante ad un evento per il quale aveva comprato il biglietto fornendo nome e cognome. Come dire sei sgradito come giornalista ma anche come cliente¦.Il fronte delle considerazioni si allarga ulteriormente. Una volta c’erano le feste in casa, dove il “padrone” si riservava il diritto di ammettere. Quando, però, si fa un evento aprendo il botteghino, con Siae e quant’altro, è come proporre un contratto dove le condizioni sono tu paghi per vedere il mio spettacolo. Non è previsto che il cliente debba essere discriminato perché alto o grasso, rosso o biondo di capelli, cattolico o musulmano, juventino o romanista, o addirittura gradito o non. Caro Ivan parafrasando uno dei capolavori di Enzo Jannacci si potrebbe chiosare con “Entro anch’io? No tu no, perché ? perché no¦.”. Sotto, la galleria fotografica della presentazione del Viola Park, scatti di Tiziano Pucci. AGIPRESS

di Massimo Sandrelli

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