Tra Certaldo e Firenze, un anno di cultura ed eventi.
AGIPRESS – Grande occasione di cultura in Toscana. Il VII Centenario della nascita di Giovanni Boccaccio, uno dei padri letterari dell’Italia moderna, sarà l’occasione nel corso del 2013 per un anno di eventi tra convegni, libri, musica, arte, concorsi, teatro, visite guidate e gusto; si svolgeranno in tante città italiane e all’estero, ma avranno il loro fulcro in Toscana, tra Certaldo e Firenze, allargandosi alla rete dei Comuni citati nel Decameron e valorizzati da una ricerca storico-paesaggistica finanziata dalla Regione. Sono la Regione, l’Ente nazionale Giovanni Boccaccio, il Comune di Firenze e naturalmente il Comune di Certaldo ad essere in prima fila nell’organizzare le celebrazioni da un punto di vista qualitativo e quantitativo.
“Boccaccio è un patrimonio dell’umanità , ma soprattutto è Certaldo “ ha detto il sindaco Andrea Campinoti nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’evento, svoltasi a Palazzo Strozzi Sacrati; erano con lui l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti e il professor Stefano Zamponi, presidente dell’Ente nazionale Boccaccio“ . Con questa consapevolezza in questi anni abbiamo investito, grazie anche al contributo e al sostegno della Regione Toscana, nel recupero e nella qualificazione del borgo medievale e in primis di Casa Boccaccio, nei servizi al turista, ma soprattutto nella pianificazione di interventi culturali che coniugassero qualità e divulgazione: Mercantia per lo spettacolo, il Premio Boccaccio per la letteratura, l’Ars Nova per lo studio della musica medievale, Boccaccesca per l’enogastronomia, tutte eccellenze di livello nazionale nate e cresciute qui, che quast’anno assumono una valore assoluto”.
Giovanni Boccaccio nasce probabilmente a Certaldo o a Firenze, nel giugno/luglio 1313, e muore certamente a Certaldo il 21 dicembre 1375, in quella che oggi è la Casa Museo sede dell’Ente Nazionale a lui dedicato. Poeta in latino e in volgare, erudito cultore della latinità e divulgatore di Omero, Euripide, e soprattutto Dante, è osservatore e narratore di tutti i protagonisti “ giovani e vecchi, nobili e plebei, religiosi e laici “ della civiltà comunale nel pieno fiorire del suo sviluppo. ll narratore che dà voce, scrivendo in prosa volgare, a quel vasto ceto sociale che va dai piccoli artigiani a quella che oggi chiameremmo la “borghesia degli affari”, secondo il professor Zamponi.
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