AGIPRESS – Gli italiani non perdono la voglia di viaggiare, ma i rincari pesano sia sui turisti che sulle agenzie di viaggio. Per il turismo organizzato, il bilancio dei primi tre mesi dell’anno è in chiaro-scuro: e se da un lato l’aumento delle richieste dovrebbe dare una spinta ai fatturati, con un progresso stimato del +4,2% sul 2024, dall’altro continua la contrazione del margine operativo delle imprese, sotto assedio per l’incremento dei costi operativi (+9,2%) e di gestione delle imprese (+7%). È quanto emerge dall’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze, per Assoviaggi Confesercenti, su un campione di 738 agenzie di viaggi.
La crescita dei fatturati è dovuta sia all’inflazione che a un lieve rafforzamento della domanda: complessivamente nei primi tre mesi hanno fatto un viaggio quasi 800mila italiani, di cui circa 600mila oltre confine, ma a seguito degli aumenti dei prezzi l’offerta di fascia media è diventata la soluzione più ricercata da chi ha un budget contenuto. Una fetta di clientela è comunque attratta dai pacchetti ‘innovativi ed esclusivi’, ma con un buon rapporto qualità-prezzo. In base alle segnalazioni ricevute, si stima che il fatturato delle Agenzie di Viaggi nel I trimestre dell’anno abbia registrato un salto del +4,2% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un risultato che corrisponde alle aspettative di inizio anno del 70,5% degli imprenditori intervistati, anche se con valutazioni differenti a seconda dell’area geografica. Infatti, i risultati migliori sono stati conseguiti dalle Agenzie del Nord Est (+5,9%) e del Nord Ovest (+4,7%), mentre per le imprese localizzate nel Centro e nelle regioni del Sud e Isole si stima una variazione del +3,7%. Complessivamente, il 42,6% del campione ha segnalato una tendenza di crescita, contro il 17,6% di segnalazioni di diminuzione e il 39,8% di stabilità sullo stesso periodo del 2024.
Dopo un 2024 di inflazione persistente, anche nei primi mesi del 2025 sono stati registrati ritocchi tariffari da parte dei fornitori dei servizi, con inevitabili ripercussioni sia sui consumatori finali sia sulle imprese del turismo organizzato, che hanno rilevato un appesantimento del +9,2% di costi operativi. In particolare, si rileva il +11,5% dei servizi di trasporto. Anche i prezzi dei servizi di alloggio e ristorazione sono saliti in media del 12%, probabilmente influenzati dai maggiori costi energetici, mentre più contenuti risultano gli aumenti degli altri fornitori dei servizi. Il 65% del campione ha registrato aumenti medi anche per numerose voci di costo di gestione delle imprese: la stima del valore medio complessivo è del +7%. Le voci che hanno pesato maggiormente sono energia (con un boom del +12,9%) e polizze obbligatorie per l’esercizio dell’attività (+9,3%). In generale, tutte le voci hanno ricevuto segnalazioni di incremento, da telefonia e marketing digitale (+6,1%) al costo del lavoro (+4,5%). Oltre alla crescita del fatturato del settore, i primi mesi del 2025 hanno fatto emergere altre dinamiche congiunturali che sicuramente avranno un riflesso sui margini operativi delle imprese. Va segnalato che il 24% del campione ha registrato una diminuzione delle commissioni riconosciute dai fornitori dei servizi, contro il 64% di segnalazioni di stabilità nei rapporti commerciali e il 12% di imprese che ha segnalato il segno più sul valore delle commissioni.
“Gli italiani continuano a dimostrare un forte interesse per i viaggi, anche se l’aumento generalizzato dei costi ha ridotto l’accessibilità, in particolare per le famiglie della classe media”, commenta Gianni Rebecchi, Presidente nazionale di Assoviaggi Confesercenti. “La corsa dei costi operativi e dei costi di gestione, inoltre, sta mettendo sotto pressione i margini delle imprese. Il rialzo delle tariffe energetiche, che ha visto un aumento quasi del 13%, insieme agli incrementi nel costo delle polizze obbligatorie e del lavoro, sta mettendo a dura prova il nostro comparto che, di fatto, è escluso dai benefici del Decreto Bollette. Bisognerebbe invece varare misure specifiche per aiutarlo a fronteggiare il picco dei costi energetici. Anche le polizze catastrofali obbligatorie non possono diventare l’ennesima voce di costo. Il 2025 sarà perciò l’anno in cui i margini netti devono essere attenzionati, nonché la bussola che orienta la gestione e le scelte per la propria impresa”. AGIPRESS
