Il Governo invece blocca il piano di Poste che prevedeva la consegna della corrispondenza a giorni alterni
AGIPRESS – FIRENZE – Le cassette della posta sono utilizzate poco? Meglio rimuoverle. E’ quanto sta succedendo nelle frazioni di Razzuolo e Madonna dei tre Fiumi nel comune di Borgo San Lorenzo doveper motivi di razionalizzazione nella dislocazione delle cassette per il ritiro della posta sono state soppresse quelle che scendono sotto un certo numero di corrispondenza imbucata.
LA PROTESTA DEI COMUNI – Cosଠil Sindaco di Borgo San Lorenzo Paolo Omoboni: “Siamo venuti a conoscenza della possibile volontà di Poste Italiane di togliere le cassette per il ritiro della posta in alcune frazioni del territorio di Borgo San Lorenzo, al momento non ci risulta nessuna comunicazione formale, ma il nostro giudizio in merito alla decisione che potrebbe essere presa è ovviamente negativo. Si vanno a tagliare servizi e presidi in zone lontane dai centri di interesse e dal capoluogo, dove risiedono per lo più anziani e dove quindi la necessità di mantenere servizi è ancora più importante. Quali alternative ha una persona che magari non ha possibilità di spostarsi con un mezzo proprio e che vuole semplicemente inviare una lettera? Razionalizzare non può voler dire chiusura totale di un servizio. Ci opporremo con forza a questa eventuale decisione “ conclude il primo cittadino “ e ci stiamo muovendo nelle sedi opportune come amministrazione e di concerto con Uncem per cercare di evitare che vengano tagliati servizi importanti per le nostre frazioni”. “L’ennesima dimostrazione “ afferma Oreste Giurlani Presidente di Uncem Toscana (Unione Naz. Comuni Enti Montani) – che secondo Poste le zone svantaggiate non meritano il servizio, solo perché lଠla densità di popolazione è più bassa. Razionalizzazioni di orario, chiusura uffici, spedizione corrispondenza a giorni alterni e ora anche la rimozione delle cassette porteranno a gravissime conseguenze per i cittadini e per le imprese dei territori rurali e montani: basti pensare ai rischi di inceppamento e forti ritardi sulle raccomandate o su altri tipi di notifica urgente tanto per fare un esempio. Per non parlare dei mille disagi alla fascia di popolazione anziana. Come Uncem insieme ai Comuni continueremo la mobilitazione in ogni sede istituzionale e politica necessaria per far valere l’uguaglianza di tutti i cittadini sancita dalla Costituzione, i quali sono tenuti ad avere garanzia di servizi senza differenze legate al luogo in cui vivono”.
PALAZZO CHIGI INTANTO BLOCCA PIANO CONSEGNA A GIORNI ALTERNI – Una buona notizia giunge dopo la mobilitazione dei parlamentari aderenti all’Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, di numerosi Comuni montani, dell’Uncem e dei settimanali cattolici contro il nuovo piano di distribuzione della corrispondenza a giorni alterni nei centri più piccoli e nelle aree montane presentato da Poste nei giorni scorsi. Interviene Palazzo Chigi stoppando Poste Italiane. Rimandato, infatti, il via dopo la fine dell’anno e solo a seguito di una verifica sui volumi reali di corrispondenza che dovrà essere effettuata dall’Autorità Garante delle Comunicazione, con l’obiettivo di evitare disservizi e diminuzione della qualità . “L’importante comunicazione di Palazzo Chigi, arrivata nelle scorse ore – spiega l’on. Enrico Borghi, presidente dell’Intergruppo per lo Sviluppo della Montagna e presidente nazionale Uncem – conferma che avevamo ragione quando abbiamo denunciato che il nuovo piano di distribuzione dei Poste andava a creare diversi livelli di cittadinanza, penalizzando fortemente chi vive nelle zone rurali e montane. Sarebbe aumentato il divario con chi abita nei centri urbani, dove addirittura la corrispondenza, lettere e giornali, sarebbero arrivati due volte al giorno. Con questa sospensione decisa dal governo, si aprono le prospettive per garantire -dentro il quadro di sbarco in Borsa dell’azienda – quel diritto di cittadinanza fondamentale sancito dalla Costituzione, che esprime l’uguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini, previsto anche dalle norme recenti contenute negli accordi con Poste e nel Servizi postale universale. Tornare indietro rispetto a questi diritti comprometterebbero coesione e sussidiarietà che sono per noi, nel nostro Paese, fondamentali”.
Agipress