AGIPRESS – Meta, proprietaria delle piattaforme Instagram e Facebook, ha comunicato di non aver raggiunto l’accordo con Siae per il rinnovo delle licenze. Il gigante di Menlo Park ha sottolineato come, in tutta Europa, solo in Italia non sia riuscita a rinnovarle. Secondo il comunicato stampa pubblicato qualche giorno fa da Siae, Meta avrebbe preso una “decisione unilaterale” per escludere il repertorio della società dal proprio catalogo, “prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio”. La società ha poi detto che l’azienda di Mark Zuckerberg ha rifiutato di condividere “insight rilevanti ai fini di un accordo equo”, andando contro i principi della Direttiva copyright che altre piattaforme come YouTube -per esempio- hanno sempre rispettato. Il blocco del repertorio delle canzoni degli artisti gestiti da Siae genera un problema per l’industria discografica, che dal gruppo Meta nel 2022 ha guadagnato circa 20 milioni.
Ma cosa ha causato questa rottura? E quali sono le conseguenze? Sembra che il motivo del mancato accordo risieda nell’apparente impossibilità di valutare oggettivamente il quantitativo economico da corrispondere a SIAE. Tutto ciò perché Meta avrebbe impedito a SIAE di prendere visione dei dati e delle statistiche riguardanti le gli album, gli EP e le singoli oggetto dell’accordo, rendendo, di fatto, imponderabile fattualmente il valore delle suddette licenze. Come spiega il comunicato ufficiale di SIAE che Meta avrebbe agito ˜’prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio”. SIAE avrebbe lamentato, quindi, il tentativo di Meta di sfruttare la propria posizione per cercare di imporre dei prezzi eccessivamente bassi.
Dal lato di Meta viene dichiarato: “La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità assoluta e per questo motivo, a partire da oggi, avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio SIAE all’interno della nostra libreria musicale. Crediamo che sia un valore per l’intera industria musicale permettere alle persone di condividere e connettersi sulle nostre piattaforme utilizzando la musica che amano”, l’azienda ha inoltre aggiunto che lavorerà affinché venga raggiunto, prima o poi, un accordo. Alla luce delle dichiarazioni di Meta s’intravede un po’ di speranza, o quantomeno la volontà di voler trovare un compromesso. Ciononostante, il cut-off di Meta è già in atto e non risulta più possibile utilizzare i brani appartenenti a SIAE. Tuttavia i brani resteranno disponibili sulle altre piattaforme che non ricadono sotto il cappello di Meta, per citarne alcuni: Spotify, Tik Tok e Youtube che in passato avevano già siglato accordi con SIAE. Com’è facilmente intuibile le conseguenze saranno soprattutto di carattere economico. L’enorme danno che l’industria musicale italiana sta per affrontare è già tra le preoccupazioni principali della FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) che si è detta allarmata dal momento che, ad oggi, circa il 5% di tutta la musica italiana viene promossa attraverso i canali social.
di Laura Bacchiega