DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

17 Marzo 2025

Universitario trovato morto a Perugia, arrestato 18enne per istigazione al suicidio

Il Procuratore di Perugia Raffaele Cantone

AGIPRESS – PERUGIA – La Procura di Perugia ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un 18enne residente nella provincia di Roma, accusato di “istigazione o aiuto al suicidio” in relazione alla morte del giovane abruzzese Andrea Prospero, 19 anni, studente del primo anno di Informatica all’Università di Perugia. Prospero, originario di Lanciano (Chieti), lo scorso 29 gennaio, è stato trovato senza vita in un appartamento del centro storico umbro preso in affitto all’insaputa dei familiari, dopo cinque giorni dalla sua sparizione (a lanciare l’allarme perché non si era presentato all’appuntamento per il pranzo alla mensa dell’Unipg la sorella gemella anche lei “matricola” a Perugia). Le analisi tossicologiche sul corpo del ragazzo avevano rivelato la presenza nel suo organismo di un mix letale di benzodiazepine e ossicodone.
Farmaci che il ragazzo avrebbe reperito sul web e che poi avrebbe ingerito proprio su “consiglio” del 18enne laziale con il quale aveva instaurato una relazione virtuale, i due non si sono mai incontrati nella realtà, durante la quale gli avrebbe confidato le sue difficoltà. In queste conversazioni, l’interlocutore avrebbe più volte incitato Andrea al suicidio, fornendogli anche indicazioni su come assumere i farmaci, suggerendo anche di ingerirli con del vino. Per la cessione di materiale oppiaceo è sotto inchiesta anche un altro ragazzo originario della Campania che è accusato di aver venduto ad Andrea i farmaci, anche se era all’oscuro degli intenti suicidari della vittima. “Più che istigato, il 18enne laziale ora ai domiciliari, avrebbe aiutato il povero Prospero al suicidio”. Ha detto il Procuratore Cantone durante una conferenza stampa a Perugia. “Questa storia è l’esempio di come si possa incorrere nella trappola virtuale” hanno quindi sottolineato gli esperti della Polizia Postale.” “Senza il ritrovamento degli apparati tecnologici di Prospero non sarebbe stato possibile risalire ai fatti. Ci troviamo di fronte a una vicenda che si muove nella realtà virtuale ma che purtroppo ha portato i suoi effetti nella realtà” ha commentato infine il procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini.
Nel B&B in cui è stato trovato morto Andrea Prospero gli investigatori umbri avevano infatti trovato ben cinque telefoni cellulari, 60 schede SIM e tre carte di credito non intestate a lui. Tutti elementi che hanno fatto e fanno pensare a un possibile coinvolgimento in attività informatiche illecite, tuttora oggetto di approfondimento da parte degli inquirenti. I familiari di Andrea Prospero, in particolare il papà, distrutti dal dolore per l’accaduto, si sono sempre detti sicuri del fatto che qualcuno lo avesse spinto a compiere il tragico gesto. E di voler in ogni caso “Conoscere tutta la verità “. L’arresto del 18enne laziale sembra ora avvalorare le loro preoccupazioni, offrendo una possibile spiegazione alle circostanze della sua morte. Il procuratore Raffaele Cantone ha sottolineato la complessità dell’indagine, condotta attraverso l’analisi dei dispositivi elettronici e delle comunicazioni online di Andrea. Indagine che prosegue per verificare l’esistenza di eventuali, ulteriori responsabilità. Qualcuno infatti, dopo il ritrovamento del cadavere di Andrea, in una chat “riservata” di Instagram dove pare si abbia accesso solo se introdotti da qualche membro già noto nel gruppo, ha diffuso un “alert” chiedendo a tutti i componenti di cancellare ogni interazione avuta con i vari nickname usati dal 19enne studente di informatica. E proprio su questa chat di Instagram Andrea sarebbe stato “incoraggiato” in diretta dal 18enne laziale finito ai domiciliari a compiere il tragico gesto.
D. Miliani

AGIPRESS

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