di Salvo Buzzanca.
AGIPRESS – “Scrivere è difficile. Ma scrivere della propria famiglia è difficilissimo, a meno che tu non abbia vissuto all’interno di un contesto sereno, felice, come non accade in molte altre famiglie”. Mi sono imbattuto in questa frase di una giornalista americana, Shana Alexander quando, quattro anni fa, già mi solleticava l’idea di scrivere un libro proprio sulla mia famiglia. Quella frase fu un’ulteriore sollecitazione a prendere in seria considerazione quell’idea e di portarla avanti. Anche perché, sono nato e cresciuto in un contesto familiare molto divertente, i cui componenti, per una strana e felice alchimia creatasi all’atto della formazione parentale, erano tutti inclini allo scherzo, all’umorismo (qualcuno anche dotato di un fine umorismo), di grandi raccontatori di storie, soprattutto mio padre con la complicità dei miei zii, in grado di “destrutturare” un fatto, una storia e ricostruirlo ex-novo, arricchendolo di aneddoti divertenti e di contenuti spiritosissimi. Ma di fatto, completamente falsi, inventati, come il primo incontro tra mio padre e mia madre, o la storia di una fantomatica zia, che viveva ad Alcamo.
E cosଠè nata la storia di questo libro, con delle fake news. Anche se il racconto, che spero divertente e allo stesso colpisca anche con i suoi tempi malinconici, è una storia in chiaroscuro che ruota attorno ai ricordi di una famiglia, la mia appunto. In un’epoca in cui il concetto tradizionale di famiglia subisce contraccolpi di varia natura, questo libro ristabilisce il primato della forza di un nucleo familiare in grado, attraverso le varie vicende che hanno origine con l’attività di mio padre, che era un proiezionista, di esprimere anche un talento al suo interno, che svolgerà un ruolo significativo nel mondo dello spettacolo, nel cinema e in TV, in particolare. Questo in sintesi quello che emerge da un libro scritto con passione, in cui la vicenda familiare attraversa un lungo arco di tempo (dagli Anni ’30 a oggi), facendosi carico delle problematiche del momento, ma superandole con il sorriso, l’umorismo, i racconti fantastici. Crescere non è mai un problema da poco, ma la quasi facilità con cui questo nucleo familiare raccontato qui riesca a superare le lotte della vita, è un esempio da tenere in mente, per chi vuole guardare al futuro, ma volgendo prima uno sguardo al proprio passato, senza implicazioni da analisi sociologiche.
E’ con queste premesse che ho deciso di scrivere il libro “Dobbiamo festeggiare”, proponendo lo spaccato di un’epoca, oltre che la storia di una famiglia. Una storia privata, una famiglia comune che attraversa la storia del Novecento, inseguita da una modernità che però non riuscirà a cambiare la forza di certi legami, forti, tragici e immutabili come la Sicilia che fa da sfondo alla vicenda dei protagonisti. In definitiva, “Dobbiamo festeggiare” è una storia di amore, rispetto reciproco e resilienza che mi auguro possa ispirare chiunque abbia avuto simili esperienze nella propria vita. AGIPRESS
di Salvo Buzzanca