DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

16 Novembre 2023

Un Esoscheletro collaborativo per alleggerire il carico


AGIPRESS – “Alleggerire” il carico operativo dei lavoratori in alcuni settori particolarmente pesanti come ad esempio la movimentazione bagagli di un grande aeroporto quale Fiumicino, per prevenire infortuni ed evitare lo sviluppo, nel tempo, di quelle patologie come le lombalgie che inevitabilmente colpiscono chi svolge attività usuranti. Ci pensa la tecnologia che attraverso sistemi cibernetici collaborativi, ha già sviluppato dei prototipi di robotica indossabili destinati a rivoluzionare il mondo della salute e i parametri di sicurezza sul lavoro. Tra le start up più promettenti in tal senso la Proteso, nata all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, da una collaborazione con l’Inail. “Si tratta di un esoscheletro collaborativo “ spiega il co-fondatore e Ceo della start up Stefano Toxiri, ingegnere biomedico, a Perugia per l’Umbria Fashion Festival _. Un dispositivo indossabile realizzato con materiali leggeri, dotato di motori, sensori e algoritmi di controllo tecnologicamente avanzati, che riduce gli sforzi fisici dell’operatore nello spostamento manuale dei carichi, riducendo cosଠle patologie da sovraccarico biomeccanico”.

L’esoscheletro in questione è stato indossato a scopo dimostrativo in una gremitissima Sala dei Notari da un collaboratore per una dimostrazione pratica di quanto si sta ora sperimentando agli Aeroporti di Roma e in altre aziende sia di logistica che di manifattura. “La visione di questo strumento collaborativo ad alto contenuto tecnologico _ ha sottolineato Toxiri _ è quella di mettersi al servizio dell’uomo per garantire un miglioramento delle condizioni di sicurezza e dell’ambiente in cui vive”.

Stando ai dati Inail, sono circa 5 milioni in Italia i lavoratori addetti all’attività di movimentazione manuale dei carichi in settori come l’edilizia, la logistica, la sanità e il manifatturiero, che potrebbero beneficiarne. E in futuro le applicazioni, anche grazie ad un ulteriore alleggerimento dei materiali utilizzati, potrebbero aumentare fino all’impiego nell’ambito riabilitativo, sportivo, e non solo. “Il “kit” da indossare “ sottolinea ancora l’ingegnere Toxiri “ ha ad oggi un peso di circa 7 chilogrammi ma in prospettiva l’impiego di materiali ancora più leggeri porterà a una notevole diminuzione del carico”. L’ esoscheletro collaborativo, di fatto una sorta di “tuta” robotica indossabile e ultraleggera, supporta in particolare la parte lombare della schiena, sfruttando motori e sensori per prevenire pericolosi sovraccarichi. E mentre la sperimentazione è in corso agli Aeroporti di Roma si sta già lavorando all’ipotesi di una versione potenziata che includa anche un supporto per gli arti superiori. E in futuro chissà … AGIPRESS

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