DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

13 Giugno 2024

TOSCANA E CENTRODESTRA, LUNA DI MIELE FINITA?

Mentre in Italia la destra conferma il vento a favore e migliora il risultato di Giorgia Meloni, in Toscana sembra invece si sia arrestato l’accerchiamento del totem rosso, che ha come obiettivo la conquista della Regione nel 2025. Perché Firenze e Prato restano lo zoccolo duro del Pd e le ambizioni degli avversari incoraggiate dai risultati nei capoluoghi negli ultimi anni, sembrano subire una brusca frenata. E’ vero che c’è un bacino molto vasto di chi non è andato a votare e, volendo e avendone le capacità, potrebbe essere sedotto dal centrodestra. Tuttavia l’aria sembra essere cambiata, in una regione e in almeno due città nelle quali si parla tradizionalmente una sola lingua. A Firenze il candidato Schmidt proverà a giocare l’ultima chance nei giorni che lo separano dal ballottaggio, il 23 e 24 giugno, benché il gap di dieci punti che lo dividono da Sara Funaro candidata del centrosinistra, sembra incolmabile e i temi siano sempre gli stessi. Fra i risultati che ci ha consegnato la tornata elettorale, c’è la sconfitta inoppugnabile di Matteo Renzi e il successo largo di Dario Nardella. L’allievo, per così dire, ha annichilito il maestro, e per il sindaco uscente di Firenze deve essere una gran soddisfazione dopo le bordate che l’ex rottamatore gli ha sparato per tutta la campagna elettorale. Il suo illustre predecessore, come suo costume, non fa drammi: si scuote di dosso la polvere delle macerie sotto le quali è rimasto sepolto e si rimette in cammino facendo finta di nulla. Verso quale prossimo traguardo non si sa. Forse non lo sa nemmeno lui. In Italia sono tutti contenti: la destra meloniana perché si è rafforzata, il Pd di Elly Schlein perché ha recuperato parecchi voti, surclassato i 5 stelle e ridotto il distacco dal centrodestra. Se poi si vanno a guardare i numero assoluti dei voti, non le percentuali, si scopre che i vincitori sono un po’ meno vincitori, perché hanno perso consensi. Ma qui siamo abituati a ignorare queste quisquilie, e parafrasando una vecchia canzone, <oggi è un altro giorno, domani si vedrà>. Se tanta gente è rimasta a casa invece di andare alle urne, significa che non c’è stata quella ripresa del dialogo con gli elettori da parte delle forze politiche, di cui sempre si parla. Ognuno pensa alle poltrone da conquistare, quindi ai propri interessi prima che a quelli comuni. Il lupo non perde né il pelo né il vizio.

Marcello Mancini

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