Il settore in Italia occupa 1.100.000 lavoratori e nel 2012 ha registrato un più 3,6 per cento di occupazione
AGIPRESS – Il vitivinicolo senese è in ripresa, soprattutto nelle esportazioni verso l’estero, con prezzi che vanno a migliorare. Il dato è emerso nel corso del convegno “Novità fiscali sul lavoro nel settore agricolo”? che si è svolto a Serre di Rapolano a cura dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena.
Il Presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena, Alessandro Cinughi de Pazzi commenta: ”
Una buona nuova che non basta però a stemperare il clima di preoccupazione delle imprese agricole e degli agricoltori della provincia di Siena che in maniera massiccia hanno partecipato e si sono confrontati su più temi al convegno. A non far dormire sonni tranquilli è la continua imposizione fiscale a cui le realtà produttive sono sottoposte. Tutto questo quando il settore agricolo è l’unico che ad oggi ha un trend positivo relativamente alle vendite, ovviamente a livello internazionale.
In discussione, imposte e tasse come la futura nuova Tares e l’Imu che hanno le sembianze di un balzello, più che di un equilibrato e doveroso prelievo. La Tares sostituirà la Tarsu (la tassa di smaltimento dei rifiuti) che con aumenti previsti tra il 30 e il 40 per cento farà pagare a cittadini e imprese anche luce pubblica e manutenzione strade. L’Imu, a parte la sospensione della rata di giugno sulla prima casa, resta invariata per le imprese agricole, per cui nessun miglioramento in vista.
«Molti immobili – illustra Cinughi- non sono più considerati strumentali all’attività . Le case sparse pagano il 10,6 per mille di Imu come se fossero seconde case sfitte, ma in realtà sono case fatiscenti e spesso in attesa di ristrutturazione. Se va bene godono di qualche sconto come inagibili. Si è cercato di farlo capire a tutti e 36 i Comuni della provincia di Siena, ma non ci vogliono sentire».
Nel suo passaggio il presidente Alessandro Cinughi de Pazzi non ha tralasciato di toccare il problema banche che con le loro rigidità hanno di fatto cessato ogni credito anche per quegli imprenditori più virtuosi.
«Per errori legati al passato – spiega Cinughi- le banche non sono capaci di fare credito nemmeno ai clienti più affidabili, come gli agricoltori».
Agipress