DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

21 Ottobre 2023

Terrorismo, mai più indulgenze diplomatiche

Il commento del Prof. Avv. Ranieri Razzante.

AGIPRESS – Il 32% dei terroristi che hanno colpito in Europa (compresi gli ultimi) erano immigrati irregolari. Non lo scrive qualche pericoloso (e sarebbe ridicolo) razzista, ma il Centro Militare di Studi Strategici del nostro Ministero della Difesa, in una ricerca appena pubblicata. Il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri, che ha commissionato il report, avrebbe avvertito che la minaccia è in aumento, soprattutto a seguito delle recenti crisi mediorientali. Era immaginabile, ma non sempre si può parlare liberamente (noi esperti) di terrorismo jihadista e internazionale riferendoci alle migrazioni. Invece, i dati che le Polizie ci forniscono (e chi sennò?) non ci fanno stare tranquilli. Altro numero eclatante è quello del 37% dei terroristi medesimi che erano “già noti alle intelligence europee” prima degli attentati.

I numeri possono sempre essere relativi, ma ne possiamo trarre almeno due riflessioni tecniche. La prima: si deve lavorare insistentemente sulla stabilizzazione politica e sociale di taluni paesi (statisticamente le provenienze sono nordafricane e mediorientali, senza che nessuno si offenda), dando priorità massima a questo obiettivo da parte delle grandi potenze tutte, Ue, Usa e Onu comprese a livello aggregato. Conseguentemente, bisogna fare una lotta seria e senza quartiere ai trafficanti, alle mafie (anche italiane) che con loro lucrano sui disperati e anche sul passaggio di potenziali terroristi. Le intelligence devono maggiormente coordinarsi? Sà¬, i margini di miglioramento ci sono sempre.

Non mi stanco di ripetere che sono troppe le coincidenze di soggetti noti che poi si radicalizzano e compiono gesta insulse. Su questo tipo di monitoraggio l’Italia è per fortuna all’avanguardia. Molte sono ancora le resistenze europee e transnazionali ad una difesa e sorveglianza maggiormente integrate: urge un “blind trust” di cervelli e risorse, armi – soprattutto cyber – e strumenti di indagine che superino quelli dei delinquenti, le cui tendenze avanguardistiche sono ormai note alla maggior parte di noi. Occorre poi spezzare il nesso con i canali di finanziamento, troppo statuali da non poter essere intercettati, con l’attuazione di embarghi e sanzioni effettive anche su paesi con i quali si trattano le risorse ritenute essenziali alle nostre economie: non possiamo più permetterci indulgenze diplomatiche.

Prof. Avv. Ranieri Razzante Consulente Commissione Parlamentare Antimafia, Docente di Tecniche di gestione dei rischi di riciclaggio – Università di Bologna, Docente di Tecniche e regole della cybersecurity – Università Suor Orsola Benincasa, Direttore Centro di Ricerca su Sicurezza e Terrorismo

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