AGIPRESS – Ai primi di luglio, in pratica il “giro di boa” della stagione riproduttiva della tartaruga marina Caretta caretta sulle nostre coste (stagione iniziata alla fine di maggio), sono già 100 i nidi censiti, messi in sicurezza e sorvegliati dal network tartarughe marine del WWF, sempre in coordinamento con le istituzioni (Guardia costiera, Ripartizioni faunistiche) o con altre associazioni. La parte del leone la fa, come sempre, la Sicilia “L’isola delle tartarughe”, che conta oggi ben 79 nidi seguiti dei volontari del panda (ma in queste ore altri possibili nidi sono in fase di verifica), circa la metà in provincia di Siracusa, gli altri in quella di Ragusa, seguita a distanza da Agrigento, Trapani, Catania, Palermo. 15 sono i nidi censiti in Calabria dai volontari, soprattutto sulla costa jonica, 4 in Puglia e 2 in Basilicata (Policoro, MT) dove è attivo il Centro Recuperto Tartarughe Marine WWF. Tutto questo è possibile grazie all’impegno dei volontari che, coordinati dal WWF, compiono ogni giorno lunghe passeggiate lungo gli arenili svegliandosi all’alba, nella speranza di individuare tracce di emersione. Attraverso la campagna OurNature e la sua declinazione “GenerAzione Mare”, che ogni anno si attiva per la salvaguardia della biodiversità marina, il WWF si impegna attivamente per la protezione delle tartarughe marine nel Mediterraneo, lavorando per ridurre l’inquinamento marino, preservare gli habitat costieri e sensibilizzare l’opinione pubblica. In più il WWF tutela direttamente la specie con campagne di monitoraggio, individuazione e tutela dei nidi e con l’attività svolta dai centri di recupero (Policoro, Molfetta, Torre Guaceto e Capo Rizzuto) che ogni anno riesce a fornire soccorso a centinaia di individui in difficoltà.
Le minacce. Impatto con le attrezzature da pesca, inquinamento da plastica (sempre più spesso frammenti di plastica si ritrovano nel contenuto stomacale di questi animali) e perdita di habitat costieri idonei alla nidificazione sono le minacce più evidenti e dirette per le tartarughe marine, alle quali si aggiunge il cambiamento climatico: il Mediterraneo si sta riscaldando più rapidamente della media globale. Come denuncia il nuovo report WWF “Mediterraneo bollente”, nell’aprile 2023 la temperatura media della superficie del mare ha raggiunto un nuovo record di 21,1°C. Lo scorso anno furono oltre 200 i nidi censiti, messi in sicurezza e seguiti fino alla schiusa delle uova dai volontari del Progetto Tartarughe WWF. AGIPRESS