DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

27 Settembre 2023

Sull’Himalaya modelle in sfilata


AGIPRESS – Anche la moda vuole gridare il suo sdegno contro il cambiamento climatico. Ecco allora un defilé in alta quota, sull’Himalaya. La passerella più alta del mondo. Gli abiti indossati dalle modelle sono realizzati con materiali sostenibili, cruelty free e puntano il dito verso il settore della moda fast fashion, che con tutti i suoi numeri negativi, risulta tra le prime cause d’inquinamento globale. La “Ladak International Fashion Runway” doveva svolgersi in coincidenza con la riunione generale del G20, ma la sfilata green è stata bloccata dalle condizioni climatiche (forti piogge) e rinviata, dopo che il governo indiano ha decretato lo stato d’emergenza. Si svolgerà comunque, meteo permettendo, dal 25 al 30 settembre. Sarà di fatto una passerella molto particolare: le venti modelle che partecipano, ognuna appartenente a un Paese del G20 svoltosi in India, indosseranno vestiti di alta moda termici, ma rigorosamente sostenibili.

Altra novità a guidarla sarà una trentenne italiana, Giulia Ragazzini, già miss Earth in Italia, influencer con 1 milione di follower e avvocato che parla fluentemente 5 lingue. La sua conoscenza delle lingue e la sua attenzione verso il tema del cambiamento climatico, l’hanno portata ad essere stata scelta dal governo indiano per il coordinamento delle 20 miss che parteciperanno all’iniziativa a 6300 metri di altitudine, ad essere la direttrice creativa della sfilata. Se le miss potranno finalmente sfilare, raggiungeranno Ddelhi, e dopo due giorni trascorsi nella capitale indiana, avranno due giorni di acclimatamento a Leh, la capitale del Laddak, poi in caravan fino a un campo base di 5600 metri, e infine marcia e trekking nell’ultimo tratto, altri 700 metri di dislivello.

La preparazione ha previsto lunghi mesi di esercizi, proprio perché a oltre 6000 metri c’è bisogno di respirare con l’ossigeno, ma l’importanza della causa ha fatto superare gli ostacoli. Le modelle, lige al mandato antinquinamento, portano con loro una serie di packaging sostenibili per l’acqua e il cibo, e i vestiti sono stati cuciti dalle donne del Laddak con una seta non violenta, cosiddetta perché per filarla non si intacca il bozzolo all’interno. Infatti, la principale caratteristica del baco da seta Eri è che il suo involucro presenta un foro che gli permette di uscire dal proprio bozzolo senza romperlo, il che consente di salvare il baco e la conseguente farfalla. I disegni dei tessuti sono il risultato di una creatività collettiva, in collaborazione con le stiliste locali. Il premio della sfilata sarà consegnato dal Dalai Lama. All’insegna del “Abbiamo un pianeta, siamo una famiglia e dobbiamo avere un futuro” le 20 ragazze si accingono a segnare la storia della moda.

Maria Grazia Ardito – Stradenuove

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