DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

13 Agosto 2014

Su dissesto idrogeologico Festambiante lancia messaggi chiari al Governo

La Toscana insieme alla Calabria, l’Umbria, la Valle d’Aosta e le Marche sono le regioni più minacciate

AGIPRESS – FIRENZE – “Per evitare con l’arrivo dell’autunno l’ennesima tragica conta di danni e vittime per frane, alluvioni e allagamenti è fondamentale agire in tempi brevi, con risorse e misure adeguate”. E’ questo il messaggio lanciato al Governo da FestAmbiente, il festival nazionale di Legambiente che si tiene in Maremma, a Rispescia (GR), dove tra i tanti temi si affronta anche quello del rischio idrogeologico e di buone pratiche per prevenirlo. Il rischio frane e alluvioni interessa praticamente tutto il Paese con 6.633 comuni e oltre 6 milioni di cittadini in aree a rischio idrogeologico e soltanto 55 amministrazioni che hanno deciso di delocalizzare abitazioni dalle aree esposte a maggiore pericolo. La Toscana insieme alla Calabria, l’Umbria, la Valle d’Aosta e le Marche sono le regioni più minacciate. Sono ben 280 i comuni toscani in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico, il 98% del totale. In 68 comuni (l’86% di quelli analizzati nel dossier Ecosistema rischio 2013) sono presenti abitazioni in aree golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio frana e, in tali zone, in 54 amministrazioni toscane (il 68% del campione), sorgono impianti industriali che, in caso di calamità , comportano un grave pericolo oltre che per le vite dei dipendenti, per l’eventualità di sversamento di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni circostanti. Nel 39% dei comuni intervistati (31 amministrazioni) sono stati costruiti in aree a rischio addirittura interi quartieri e nel 29% dei casi (23 amministrazioni) sorgono strutture sensibili come scuole e ospedali. In 12 comuni sono state edificate nuove strutture in zone esposte a pericolo di frane e alluvioni anche nell’ultimo decennio.

“Occorre far presto per invertire la tendenza degli ultimi anni in cui si sono spesi circa 800 mila euro al giorno per riparare i danni e meno di un terzo di questa cifra per prevenirli “ha dichiarato Giorgio Zampetti, responsabile scientifico nazionale di Legambiente-. La recente creazione della struttura di missione del Governo contro il dissesto idrogeologico è sicuramente una novità positiva. Oltre a liberare tutte le risorse già stanziate che negli anni lo Stato e gli enti locali non sono riusciti a spendere è però fondamentale far partire un programma nazionale di manutenzione e prevenzione. E’ prioritario soprattutto definire con maggiore chiarezza il ruolo, le competenze e la composizione delle Autorità di Bacino Distrettuali, avviando urgentemente la loro costituzione per garantire il coordinamento a scala di bacino nell’ambito della realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. La cabina di regia nazionale dovrà quindi garantire che gli interventi siano ispirati a un modello di efficacia ambientale ed economica e trasparenza delle procedure, anche per dare un chiaro indirizzo d’uso per i prossimi fondi strutturali”. Governo del territorio e bacini idrografici, manutenzione e rinaturazione, semplificazione normativa, reperimento e continuità delle risorse economiche per un’efficace politica di prevenzione, sono le priorità individuate anche in occasione della prima Conferenza Nazionale sul Rischio Idrogeologico che ha visto nel febbraio 2013 discutere e confrontarsi numerose associazioni, sindaci, ordini professionali, tecnici ed esperti. “Un percorso condiviso da tante realtà “ha sottolineato Zampetti- di cui il Governo potrebbe avvalersi in questa fase con l’obiettivo di rispondere in modo efficace alle ripetute emergenze legate al rischio idrogeologico”.

Agipress

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