AGIPRESS – Più green, più life: potrebbe sembrare lo spot per incentivare uno stile di vita più ecosostenibile e salutare, è, invece, il risultato di uno studio svolto da un team di ricercatori spagnoli e americani e pubblicato su Science Advances dal quale è emerso che vivere a contatto con aree verdi rallenta mediamente l’invecchiamento biologico di ben 2 anni e mezzo. Un risultato significativo che i ricercatori hanno ottenuto analizzando in particolare una modifica epigenetica del nostro DNA, nota come metilazione. Con l’avanzare dell’età i modelli di metilazione del DNA cambiano dinamicamente fornendo indicazioni fondamentali sull’età biologica a livello molecolare tanto da essere considerati dalla scienza il più affidabile orologio epigenetico del nostro organismo consentendo di prevedere, per esempio, le probabilità di poter contrarre malattie oncologiche, attacchi cardiaci o deficit cognitivi come l’Alzheimer.
Già in passato, altre ricerche scientifiche avevano stabilito un legame tra lo stato di salute e la frequentazione di aree verdi dimostrandone i benefici e evidenziando tassi inferiori di mortalità ma che la prossimità al verde rallentasse l’invecchiamento cellulare è una novità . Nel dettaglio, il gruppo di ricercatori, guidato da Kyeezu Kim dell’Università del Northwestern, ha seguito per 20 anni “ dal 1986 al 2006 “ un campione di più di 900 persone provenienti da 4 diverse città americane (Birmingham, Chicago, Minneapolis e Oakland). Attraverso le immagini satellitari il team ha misurato la distanza tra gli indirizzi delle persone coinvolte nello studio e i parchi e analizzato campioni di sangue prelevati al quindicesimo e poi al ventesimo anno di studio per determinarne l’età biologica. I risultati cosଠottenuti sono stati poi associati ad altre variabili come il livello d’istruzione, le interazioni sociali, l’alimentazione, l’attività fisica, il reddito e altri fattori di rischio come il fumo.
Dall’incrocio di tutti questi dati è emerso che le persone che vivevano in zone circondate dal 30% di verde entro un raggio di 5 chilometri, erano in media biologicamente più giovani di 2,5 anni rispetto a coloro le cui abitazioni erano circondate dal 20% di verde. Ma non è tutto: i dati raccolti hanno anche evidenziato che, a parità di percentuale di aree verdi in prossimità della propria abitazione, l’invecchiamento biologico è risultato maggiore per le persone appartenenti a ceti sociali più svantaggiati e sottoposte a maggior stress per cui, per esempio, un bianco è risultato biologicamente più giovane di tre anni e un nero di un solo anno. Se si tiene conto che più della metà della popolazione mondiale vive in aree urbane e che la percentuale è destinata a salire fino al 68% entro il 2050, appare evidente come le indicazioni fornite dallo studio del team spagnolo-americano possano ora rivelarsi preziose per la pianificazione urbana in termini di espansione delle infrastrutture verdi al fine di promuovere la salute pubblica e ridurre le disparità sanitarie e, al contempo, come antidoto al progressivo riscaldamento globale che, soprattutto nelle città e durante i mesi più caldi, sta già producendo i suoi evidenti effetti nefasti. AGIPRESS
Maria Carla Ottaiano – Stradenuove