DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

25 Aprile 2023

Stadio Franchi, l’Europa a scoppio ritardato e decisioni imbarazzanti

Il commento di Massimo Sandrelli.

AGIPRESS – L’Europa ha deciso: non si fanno gli stadi con i soldi del famoso super fondo. Gli stadi in questione erano quelli di Venezia e di Firenze. A prima vista il commento potrebbe essere che l’Europa ha ragione, ci sono ben altri problemi che hanno la precedenza. Ma subito dopo la domanda è: come mai ci si accorge di questa “inopportunità ” solo ora? Nel luglio 2021 l’Unione europea ha approvato il piano italiano, tanto che a novembre dello stesso anno il Governo ha messo a disposizione i fondi e il Comune di Firenze ha partecipato al bando inserendo la stadio di Firenze. Un progetto che ha ottenuto 40 autorizzazioni, oltre ad una montagna di polemiche, che è costato 8,5 milioni di euro e per il quale il Ministero della Cultura (trattandosi di bene culturale e vincolato) ha già stanziato 140 milioni, circa il 75% del totale. Il resto doveva arrivare con altri soldi europei per la riqualificazione del quartiere. Ho letto da qualche parte che l’Europa ha rilevato che il Campo di Marte non è cosଠridotto male per meritare questo intervento. Bontà loro. La burocrazia europea è famosa per qualche decisione imbarazzante come la misurazione delle banane o la “squalifica” della bistecca alla fiorentina, quindi non ci dobbiamo scandalizzare. E’ curioso, comunque, che si voglia entrare nel merito, perché aldilà dei luoghi comuni non esiste un centro di aggregazione popolare e sociale come uno stadio, né che un quartiere dove risiede uno stadio non si trovi a sopportare un pesante ricasco sia dal punto di vista urbanistico, del traffico e e del flusso di persone, con un conseguente progressivo degrado. Soprattutto come si fa, dopo aver fatto da nesci finora, a stoppare un progetto tanto importante mettendo l’Amministrazione locale nel più grande imbarazzo? Dicono ma il sindaco Nardella ci doveva pensare prima¦a che cosa? Matteo Renzi ha avuto un’idea. Non ci meraviglia. Uomo di intelletto, brillante e disinvolto. Ora si diletta più col dire che con il fare: perché non si toglie il vincolo di bene culturale allo stadio? Vivaddio sarebbe fantastico. Forse il teorico della rottamazione avrebbe dovuto pensarci ai suoi tempi quando oltre al potere di dire, aveva anche quello di fare ma quel potere l’ha perso con grande disinvoltura stabilendo un vero record nella storia italiana. Scivolare dal 40 per cento ai decimali non è impresa semplice. Ma si sa (come sogghigna Carlo Calenda) Renzi è cosଦPoi ci sono quelli che dicono aveva ragione il presidente Commisso¦E qui ci risiamo: “Non gli hanno fatto fare lo stadio¦” La nostra Repubblica ha delle regole, che purtroppo, la burocrazia ha continuamente è tragicamente complicato. Oggi è complesso per chiunque costruire qualcosa su un proprio terreno. Davvero, in onestà , si può pensare che sarebbe stato più semplice per un imprenditore che viene da un altro mondo, realizzare uno stadio senza neppure avere un terreno?

Tornando al povero Nardella che dire? Si trova in mezzo al guado. Ha le autorizzazioni, ha disposizione 140 milioni, ma gliene mancano qualche decina per chiudere la storia. Visto l’impegno che ci ha messo, l’ostinazione che ha dimostrato, gli tocca di usare cervello e fantasia. Firenze è nel lotto delle città candidate a ospitare gli europei del ˜32. Risolvere un problema come quello dello stadio è una vera impresa il cui risultato può fare da lasciapassare per la storia. Giuseppe della Gherardesca (Podestà di Firenze dal 1929 al 1933) fu costretto a chiedere l’aiuto del marchese Luigi Ridolfi: i soldi per lo stadio erano finiti e i mondiali del ˜34 erano imminenti. Il marchese dette fondo ai suoi averi e nacque lo stadio Berta. Ma forse questa è un’altra storia¦

AGIPRESS

di Massimo Sandrelli

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