Nuovi obiettivi per il vino italiano, le strategie degli esperti
AGIPRESS FIRENZE – “L’obiettivo del vino italiano nei prossimi cinque anni è raddoppiare il prezzo medio senza aumentare la quantità “. Lo ha detto Oscar Farinetti, intervenendo all’8° Simposio mondiale dei Masters of Wine in corso a Firenze fino al 18 maggio (VEDI QUI NOTIZIA CORRELATA), grazie alla collaborazione dell’Istituto del Vino Grandi Marchi presieduto da Piero Antinori. Tre le linee guida per l’Italia enologica tracciate dal fondatore di Eataly per raggiungere l’obiettivo: puntare sulla biodiversità e sugli autoctoni, un patrimonio da 1200 vitigni di cui, ad oggi, se ne utilizzano solo 400; migliorare la capacità di narrazione sui mercati internazionali; fare pulizia. Per Farinetti, infatti: “Il futuro del vino italiano sarà ˜Vino Libero’, l’associazione che intende liberare il vino da troppi concimi e diserbanti, dai troppi solfiti in cantina, dalle analisi sensoriali esagerate, dai prezzi troppo bassi o troppo alti, da un sistema di distribuzione medievale e da troppa burocrazia“. A chiusura del suo intervento Oscar Farinetti ha ricordato ai delegati europei presenti al Simposio l’impegno per l’Europa, invitandoli ad andare a votare il prossimo 25 maggio: “In questo momento ci sono istanze separatiste e ˜no euro’ che possono minacciare la crescita dell’umanità . Per questo vi invito ad andare a votare per l’Europa a prescindere dal vostro orientamento politico”. Farinetti, infine, ha apprezzato l’iniziativa del Simposio dei Masters of Wine per la prima volta in Italia definendola “potente e di alto tenore tecnico-scientifico”.
DINAMISMO E CREATIVITA’ sono le chiavi del grande successo del vino italiano negli ultimi 40 anni, protagonista di un nuovo rinascimento e, al contempo, di una rivoluzione senza precedenti. Ne è convinto Piero Antinori, presidente dell’Istituto del Vino Grandi Marchi, intervenuto nell’unica sessione tutta italiana della seconda giornata di lavori. Per tanti anni in Italia abbiamo prodotto grandi quantità di vino a basso prezzo fino a quando, alla fine degli anni ˜60, abbiamo capito che bisognava intervenire cambiando innanzitutto l’immagine del nostro Paese all’estero, associata a ˜quelli del fiasco di vino abbinato alla pizza e al mandolino’. Il vino italiano deve darsi nuovi obiettivi e visioni per il futuro, come ad esempio “rimuovere quel 20% di vigneti inefficienti e non orientati al mercato, per produrre vini di alta qualità , utilizzando anche i fondi messi a disposizione dell’Unione Europea“. Tra le azioni urgenti per Piero Antinori anche quella della “comunicazione del nostro patrimonio vinicolo all’estero; un ambito in cui l’Italia deve lavorare molto per far scoprire le molteplici personalità del nostro vigneto”.
“All’Italia del vino non si può attribuire un’unica identità . Nel nostro Paese, infatti, ci sono 21 diversi paesi, 21 culture e storie diverse. L’Italia vitivinicola non ha un’identità univoca ed è per questo che all’estero si fatica ad identificarci”. Sino le parole di Maurizio Zanella, presidente di Ca’ del Bosco e del Consorzio Franciacorta.
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