AGIPRESS – Se è vero che la scuola la fanno prevalentemente insegnanti e alunni, non dev’essere questa la giustificazione per i ritardi e le mancanze delle strutture scolastiche italiane. Come ogni anno, Legambiente ha presentato i risultati del suo report sugli edifici scolastici dello stivale e, come immaginabile, non sono tutte rose e fiori. La ventiduesima edizione di Ecosistema Scuola fa il punto, con dati riferiti al 2021, sullo stato di salute di 5.616 edifici scolastici distribuiti su 94 capoluoghi di provincia. Queste scuole, dall’infanzia alle scuole superiori, sono frequentate ogni giorno da circa un milione di studenti. Il focus della ricerca è rivolto ai temi della sicurezza e dell’efficientamento energetico; non c’è da stupirsi se, come in ogni indagine di carattere nazionale, si notano divari importanti tra le realtà del centro-nord e il sud Italia. Nel 2021, una scuola su tre necessita di interventi di manutenzione straordinaria, nonostante negli ultimi cinque anni ne siano stati fatti tantissimi, a livello nazionale, su circa il 60% degli edifici scolastici. Al sud però, le scuole bisognose di interventi straordinari sono quasi il 37% mentre nelle isole sono almeno una su due. Quando un soffitto crolla in una scuola, gli organi di informazione non mancano di darne notizia eppure sono solo il 12% le scuole che hanno compiuto interventi per la messa in sicurezza dei solai, a fronte di indagini diagnostiche su una scuola su tre. Altro fronte caldo in tema di sicurezza è l’adeguamento al rischio sismico. “Nonostante il 53,8% dei comuni capoluogo di provincia abbia dichiarato di aver realizzato interventi di adeguamento sismico negli ultimi 5 anni – scrive Legambiente – tali lavori hanno interessato solo il 3,1% degli edifici scolastici. Nelle Isole le amministrazioni intervenute sono appena il 27,3%, in particolare in Sicilia, dove sono presenti tutti i 389 edifici scolastici posti in zona sismica 1 e 2 delle Isole. Qui negli ultimi 5 anni sono stati realizzati interventi di adeguamento sismico solo su 2 edifici, uno a Messina e uno a Catania”.
Se sulla sicurezza si deve fare di più per ovvi motivi, anche sul fronte dell’efficienza energetica si potrebbe compiere uno sforzo maggiore, se non per il nobile intento di salvaguardare l’ambiente, almeno nell’ottica di un risparmio economico. L’81% delle amministrazioni ha dichiarato di aver realizzato interventi per l’efficientamento delle scuole ma questi, in realtà , sono stati rivolti solo al 17% del totale degli edifici. Un dato che al nord sale al 21% mentre nelle isole scende drasticamente a neanche il 6%. Gli interventi realizzati vanno dalla sostituzione di caldaie, vetri e serramenti a lavori di isolamento delle coperture e delle pareti esterne. “Interventi importanti – spiega Legambiente – ma che spesso non hanno portato a dei veri e propri miglioramenti in termini di passaggio da una classe energetica inferiore a una superiore. Ad oggi solo il 4,2% delle scuole risulta in classe energetica A, appena il 10,8% nelle prime tre classi energetiche, mentre ben il 74,8% è fermo nelle tre ultime classi energetiche (il 39% in Classe G)”. Le cose vanno meglio riguardo l’installazione di impianti di energia rinnovabile nelle scuole, presenti in un edificio su cinque. È il ritmo con il quale vengono messi in funzione però che non è sufficiente: continuando cosଠci vorrebbero ottant’anni per dotare tutte le scuole di impianti di energia rinnovabile. AGIPRESS
di LUCA LARI