“La vita è troppo corta per avere dei nemici”. La sua vita si è spezzata troppo presto, alla curva del Tamburello a Imola mentre era in testa, in una domenica pomeriggio, un primo maggio piovoso e grigio di ventinove anni fa. Ayrton Senna era un uomo coraggioso e determinato. C’è chi lo ricorda anche per la sua gentilezza e per la tenacia, che faceva parte del suo vocabolario. Anche i numeri raccontano il suo essere il primo della classe non con superbia, ma con semplicità : 65 pole position, 80 volte sul podio, 3 titoli iridati, ” concentrati” nei suoi 34 anni, perché di tempo non ne ha avuto più.
Ayrton imparò a guidare sul bagnato dopo che un compagno di giochi lo aveva superato e aveva vinto la gara di kart. La sua volontà volle che ogni volta che pioveva, andava ad allenarsi su quel circuito. Voleva diventare il mago della pioggia. Talento naturale, era impegnato anche nel sociale. Creò una collana di fumetti per bambini, “Senninha” con il protagonista che era un giovane pilota che insegnava i valori dello sport. Dopo la sua scomparsa, nacque l’organizzazione che porta il suo nome e che è impegnata ad aiutare chi ha bisogno, soprattutto i bambini meno fortunati. “Se vogliamo cambiare qualcosa, dovremmo iniziare con i bambini e la loro istruzione”. Era il suo impegno costante, di cui parlava poco. Anche i sogni correvano con lui. Li viveva perché “sognare è necessario, anche se nel sogno va intravista la realtà .” Diceva con parole che sanno oltrepassare il tempo. AGIPRESS
di Gaia Simonetti