AGIPRESS – MILANO – Possiamo cambiare la nostra storia? Sicuramente quella del figlio che desideriamo dare alla luce, ma solo se siamo a conoscenza delle scelte consapevoli che nei primi 1000 giorni possono incidere sul suo stato di salute migliorandolo del 70%. Una recente ricerca del Lancet non ha dubbi, come anche la Fondazione Giovanni Lorenzini che promuove il progetto “I primi 1000 giorni di vita” sviluppato per sensibilizzare l’importanza del periodo che va dal pre-concepimento ai 2 anni di età dell’individuo. Un capitale formidabile a vantaggio non solo della crescita ma anche dell’invecchiamento, tema al centro dell’incontro “Milan Summit Longevity” svoltosi a Milano. “Per invecchiare bene e in salute bisogna aver vissuto degli ottimi primi 1000 giorni di vita e adottato comportamenti salutari per tutta la vita. Concetto quasi ovvio per gli stili di vita, ma non così conosciuto quando si parla dei 33 mesi così decisivi all’inizio della vita – interviene nel corso di “Milan Summit Longevity” Emanuela FOLCO, Segretario Generale Fondazione Giovanni Lorenzini – che ciascuno di noi trascorre a partire da ancora prima di essere nella pancia della mamma. Siamo molto orgogliosi di sostenere questo progetto, in linea con le direttive OMS e l’agenda 2030 delle Nazioni Unite, e che noi promuoviamo con questa sintesi: se cambi l’inizio della storia, cambi tutta la storia”.
“È incredibile riflettere su come le scelte e gli investimenti dei genitori possano influenzare il futuro benessere dei propri figli in modi così profondi e duraturi. Il fatto che il nostro ambiente prenatale – continua Elia BIGANZOLI, membro del Comitato Scientifico di Fondazione Giovanni Lorenzini, organizzatore della giornata conclusiva del Milan Longevity Summit e Coordinatore del progetto HEBE – possa modulare l’espressione genica e influenzare la nostra salute e longevità è affascinante e allo stesso tempo incoraggiante. Come scienziati, siamo grati di poter contribuire a comprendere meglio questi meccanismi cellulari e a trasmettere questa conoscenza alle future generazioni, per favorire una vita sana e piena per tutti.”
SE CAMBI L’INIZIO DELLA STORIA CAMBI TUTTA LA STORIA, VECCHIAIA COMPRESA
Si chiama “I primi 1000 giorni di vita” l’iniziativa della Fondazione Giovanni Lorenzini, pioniera in Italia e in Europa di un tema così importante. Riguarda l’educazione e la sensibilizzazione ai primi 1000 giorni di vita per la salute e il benessere attraverso conoscenze che promuovano scelte comportamentali responsabili, evidenziando il ruolo chiave della genitorialità consapevole. La ricerca scientifica ha dimostrato in numerosissimi studi che nel corso del periodo pre-concezionale, della gravidanza e dei primi due anni di vita, sono così determinanti al punto di influenzare fino al 70% la salute futura dell’individuo. “Durante i mesi di pre-concepimento che solitamente non sono mai meno di 6, entrambi i genitori con tutti i loro comportamenti e i loro stili di vita, sono responsabili del futuro del loro figlio. La madre – precisa Sergio PECORELLI, Professore e Rettore Emerito Università di Brescia e Presidente Fondazione Giovanni Lorenzini New York – è responsabile di quello che avviene in gravidanza e lo farà prestando attenzione a fare esercizio fisico, a nutrirsi correttamente, a limitare e gestire lo stress. Ma anche il padre gioca un ruolo molto importante con il suo stile di vita e l’ambiente in cui vive. Questo “vantaggio” del bambino si ripercuoterà sul suo futuro stato di salute durante la vecchiaia incidendo in modo decisamente positivo”.
PAROLA DI EPIGENETICA CHE SPIEGA ANCHE I PROCESSI DI INVECCHIAMENTO
L’epigenetica è una branca della genetica che si occupa dei cambiamenti ereditabili da una cellula o da un organismo in cui non si osserva una variazione del genotipo. Lo stato di salute prima del concepimento è strettamente correlata all’esito della gravidanza; ricerche relative a tutto il corso della vita indicano il pre-concepimento come il periodo più critico per la salute tra generazioni. “I segnali ambientali epigenetici sono molteplici: dal cibo che ingeriamo, da come e quanto muoviamo il corpo, da come ci relazioniamo con l’ambiente e con le persone, come gestiamo le nostre emozioni, i nostri pensieri, dall’aria che respiriamo. Gli stili di vita, gli stressors, le condizioni psico-emozionali dei futuri genitori – continua PECORELLI – hanno il potenziale di influenzare il rischio delle malattie croniche. La nostra salute e il nostro benessere quando cresciamo, da adulti e anche da anziani, dipende da ciò che succede prima del concepimento e durante i primi 1.000 giorni di vita”.
UN INVESTIMENTO PRE-NATALE PER INVECCHIARE MEGLIO
L’esposizione a stressors durante la gravidanza è stata più volte associata all’insorgenza nei figli di determinate condizioni cardiovascolari, metaboliche, neurologiche e condizioni mentali e cognitive. “Identificare le persone che intendono pianificare una gravidanza, fornisce una finestra di opportunità per migliorare la salute prima del concepimento – conclude FOLCO – mentre iniziative per ridurre i determinanti dei rischi pre-concezionali, come ad esempio obesità, fumo, uso di sostanze stupefacenti, abuso di alcol, sono essenziali per migliorare gli esiti. Investire nella salute pre-concezionale e prenatale non solo contribuisce al benessere a breve termine, ma offre anche una solida base per un invecchiamento migliore e più attivo nel lungo periodo. Comprendere e affrontare consapevolmente la gravidanza non solo può migliorare la salute dei figli fin dall’inizio della vita, ma può anche favorire un invecchiamento più sano e resiliente”.
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