DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

20 Novembre 2024

Save the Children, circa un miliardo di minori in tutto il mondo ogni anno è colpito dalla violenza

AGIPRESS – Circa un miliardo di minori in tutto il mondo ogni anno è colpito dalla violenza – tra cui l’abuso fisico, sessuale, emotivo e l’abbandono – con conseguenze di vasta portata che possono persistere fino all’età adulta, come il rischio di problemi di salute mentale e sociali. Quasi un bambino su cinque (in totale 473 milioni di bambini) nel 2023 viveva in una zona di guerra con una media di 31 bambini mutilati o uccisi ogni giorno e uno su 50 è costretto a fuggire, il doppio rispetto a dieci anni fa. Nel mondo nel 2023, sono nati più di 17.6 milioni di bambini destinati a soffrire la fame, un quinto in più rispetto al 2013, pari a 33 bambini affamati ogni minuto, 1 ogni 2 secondi. Inoltre, quest’anno 300 milioni di bambini e adolescenti – 1 su 8 a livello globale – hanno subito i 10 maggiori eventi meteorologici estremi, che ogni anno interrompono l’apprendimento di circa 40 milioni di minori. In Italia sono 1 milione 295mila i minori in povertà assoluta, con un’incidenza pari al 13,8% del totale[6], circa 200mila di età compresa tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivono in povertà alimentare[7], ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni.
A 100 anni dall’adozione a Ginevra della Dichiarazione dei diritti del fanciullo da parte della Società delle Nazioni, antesignana delle Nazioni Unite, nonostante i grandi progressi compiuti nell’ultimo secolo, ancora oggi assistiamo a continue violazioni dei diritti dei minori, mentre le disuguaglianze aumentano. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza che si celebra in tutto il mondo il 20 novembre. Fu proprio la fondatrice di Save the Children, Eglantyne Jebb, a redigere questo innovativo documento nel quale si affermava per la prima volta l’esistenza di diritti specifici per i più piccoli, da quello all’istruzione, alla protezione, al cibo e alla sicurezza dallo sfruttamento. Il documento, in cui si affermava che “l’umanità deve al bambino il meglio che ha da dare”, è diventato il precursore della Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1989, il trattato sui diritti umani più ampiamente approvato nella storia, di cui quest’anno ricorre il 35° anniversario. In occasione del centenario della Dichiarazione dei diritti del fanciullo, attivisti per i diritti dell’infanzia di tutto il mondo hanno riflettuto su quali azioni vogliono che i leader mondiali e gli altri decisori intraprendano. Tra i punti principali evidenziati dai minori in tutto il mondo ci sono la necessità di porre fine ai conflitti affinché i bambini possano andare a scuola, trovare soluzioni alla crisi climatica in modo che i più piccoli non siano costretti ad abbandonare le loro case, dare alle ragazze una voce più forte. Giovani come Lara, 15 anni, che ha parlato dell’impatto del conflitto nel Sud del Libano sui bambini sfollati in tutto il Paese, con ripercussioni sul loro benessere psicosociale, sulla loro istruzione e sulla loro salute mentale; o come Rachel, 16 anni del Malawi, uno dei Paesi più vulnerabili al mondo dal punto di vista climatico per i bambini[8], che ha sottolineato come nella sua comunità la crisi climatica abbia avuto un impatto sproporzionato sui diritti delle ragazze, ricordando che un numero crescente di adolescenti abbandonano la scuola perché sono costrette ad aiutare le famiglie a raccogliere l’acqua, per esempio, o a prendersi cura dei fratelli.
“In generale i bambini e le bambine vogliono che la loro voce sia ascoltata. Nonostante le difficili condizioni di molti, ho avuto il privilegio di vedere la loro resilienza e ho incontrato minori che lottano per i propri diritti. Lavorare perché siano rispettati i loro diritti è al centro della nostra missione e della nostra storia e oggi è altrettanto urgente e rilevante quanto lo era 100 anni fa. Non ci fermeremo finché i bambini e le bambine non saranno rispettati, sostenuti e protetti in tutto il mondo. Dobbiamo continuare ad ascoltare tra loro coloro che alzano la voce e condividono idee costruttive per il futuro che vogliono vedere” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children.

ARTICOLI CORRELATI
Torna in alto