Lo statale non potrà più restare al lavoro dopo l’età di pensionamento
AGIPRESS – FIRENZE – Dopo l’approvazione della riforma della P.A. si torna a porre l’attenzione sulla questione pensioni. Tra le novità , lo statale non potrà più restare al lavoro dopo l’età di pensionamento: è infatti prevista la cancellazione dell’istituto del trattenimento in servizio. In caso di esuberi, salvo altri accordi sindacali, la pubblica amministrazione può congedare, senza sostituirlo, chi è a 2 anni dal ritiro (dandogli la pensione). In alternativa è previsto il demansionamento per ragioni organizzative e produttive. Pensione anticipata decisa dallo Stato, per tutti coloro (anche professori e medici) che hanno raggiunto il numero di anni di lavoro per la pensione anticipata, ovvero 42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne senza, comunque, avere, l’età per andare in pensione.
CANCELLAZIONE TRATTAMENTO DI SERVIZIO – Via libera alla cancellazione del trattamento di servizio, che dovrebbe portare, come detto con soddisfazione dal premier Renzi esponendo alcuni dei 44 punti del decreto, “15 mila nuovi posti per ‘svecchiare’ la Pa“. Questi posti si libereranno attraverso la cosiddetta staffetta generazionale e l’abolizione della possibilità per i dipendenti pubblici di rimanere al lavoro per altri due anni oltre l’età della pensione e per cinque anni, dai 70 ai 75 anni, per i magistrati. Governo soddisfatto per l’approvazione di un importante pacchetto di interventi: un decreto sulla scuola, un decreto sul processo telematico amministrativo entro il 2015, il decreto sull’identità digitale, tutta una serie di norme di semplificazioni tra cui anche il Pin Elettronico per avere accesso ad un intervento amministrativo.
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