AGIPRESS – Tra le apparecchiature elettriche ed elettroniche, rientrano cellulari, computer telecomandi elettrodomestici in genere, frigoriferi, quindi come è facile intuire fanno parte quotidianamente delle nostre vite, essendo presenti nelle case e nelle attività professionali. Nonostante questo molto spesso non siamo consapevoli di quale sia il loro reale fine vita, di quanti problemi ambientali possano creare, oltre al fatto che una volta terminata la propria vita utile, diventano rifiuti (i RAEE) il cui errato conferimento (smaltiti con raccolta differenziata casalinga e non destinati alle isole ecologiche presenti nelle città ) possano causare problemi ambientali importanti non rendendo possibile l’ estrazione di materiali importanti. A dimostrazione dell’ importanza di questa tipologia di rifiuti e di quanto sia necessario conoscerli al meglio ogni 14 ottobre viene celebrato l’ International E Waste Day, promossa dal Forum WEEE (acronimo di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), organizzazione internazionale che riunisce nel mondo 46 sistemi di responsabilità estesa del produttore per la gestione di questi rifiuti, con l’ obiettivo di implementarne la circolarità .
Quanti i raee prodotti. Per dare una dimensione di quanto impatti la produzione di queste apparecchiature, in base ai dati del Forum WEEE, nel 2022 sono stati prodotti circa 24,5 milioni di tonnellate di piccoli apparecchi, quali telefoni cellulari, spazzolini elettrici, tostapane, ecc oltre a batterie cavi ad essi associati. Mentre nel 2023 sono stati prodotti nel mondo otto chili di rifiuti pro capite per un totale di oltre 61,3 milioni di tonnellate, delle quali appena il 17,4 viene adeguatamente smaltito, con la quota restante che finisce in discarica, viene bruciata o va incontro al commercio illegale.
Uno sguardo all’ Italia. Nel nostro paese la raccolta dei RAEE, secondo il rapporto sulla gestione del CDC RAEE, si è attestata sulle 153 mila tonnellate (34,01%) al disotto degli obiettivi europei che indicano nel 65%. Anche se in aumento del 4,9%, quelli avviati al corretto riciclo sono diminuiti del 6,2% rispetto all’ anno precedente, con il 70% (376.882 tonnellate) di origine domestica e il 29,6 % (158.298) di provenienza professionale. I dati dimostrano quanto un non corretto smaltimento e una scarsa propensione al riutilizzo rappresentino problemi importanti. Per questo con il Decreto Ministeriale 119/2023 sono state introdotte le condizioni per l’ esercizio delle preparazioni per il riutilizzo di questi rifiuti.
Quella parte “invisibile” dei rifiuti. Il forum WEEE ha incaricato proprio l’Unitar di effettuare una valutazione che prendesse in esame quella parte di rifiuti elettrici ed elettronici definita invisibile, infatti se per alcuni di questi è facile intuire quale possa essere la destinazione successiva all’ utilizzo, per molti altri non è cosଠimmediato. Molti tra gli apparecchi che non sono andati incontro all’ adeguato smaltimento sono spesso presenti nelle nostre case, come ad esempio trapani, tosaerba, aspirapolvere, per un totale di 1,05 milioni di tonnellate, mentre ammontano ad oltre 700 milioni i prodotti per la routine quotidiana, tra i quali rasoi, spazzolini elettrici, sempre citando i numeri fanno impressione anche i 950 milioni di chilogrammi di cavi e i 7,3 miliardi di giochi per bambini. Per questo è quanto mai necessario prevedere una loro regolamentazione cosଠda aumentare la quota da destinare al corretto smaltimento.
Forse non tutti sanno che tra appartengono ai piccoli Raee ad esempio, i dispositivi identificati come sigarette elettroniche, introdotti da diversi anni con l’ intenzione di ridurre la dipendenza dal fumo della sigaretta tradizionale, e commercializzate in diverse versioni, dal Personal Vaporizer, ai modelli a sistema aperto o chiuso, a quelle a tabacco, ecc. Non entriamo nel merito delle loro implicazioni sulla salute umana e del raffronto con le classiche sigarette, bensଠponiamo l’ attenzione sulle ricadute per l’ ambiente, come fa notare l’ Istituto delle Nazioni Unite per la Formazione e la Ricerca (UNITAR). In particolare l’Unitar ha stimato che annualmente oltre 800 milioni di questi dispositivi vengono gettati alla rinfusa e non smaltiti correttamente, facendo disperdere quantità di metalli, tra i quali litio, nichel, argento, piombo, mercurio. Il problema dello smaltimento non riguarda esclusivamente le tradizionali sigarette, che secondo una stima dell’ UNEP, Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, ammonta a oltre 700 mila tonnellate, ma come abbiamo visto anche la versione elettronica. Dispositivi che se integri sono destinati alle isole ecologiche ma una volta disassemblati nelle loro componenti hanno delle destinazioni un p’ diverse. Una sigaretta elettronica si compone di resistenze, cartucce di ricarica vuote, cartucce con le resistenze, batterie esterne, atomizzatori e un tubo cavo che si avvita sull’ atomizzatore, beccuccio, un serbatoio per i liquidi, e il vaporizzatore del liquido. Per esempio le cartucce vuote finiscono nella plastica, le batterie esterne nei bidoni insieme alle pile, gli atomizzatori nel metallo, i beccucci nell’ indifferenziata, il serbatoio dei liquidi nella plastica. Oltre alla versione ricaricabile, è in commercio anche quella usa e getta che per la minore durata e per la conseguente necessità di essere prodotta in maggiori esemplari, porta ad accumulare un quantitativo di rifiuti superiore.
Come si sta muovendo l’ Unione Europea? A normare il settore la direttiva RAEE, la 19 del 2019, emanata dal Parlamento e dal Consiglio Europeo, e recepita dai singoli paesi membri che hanno indicato i propri sistemi di riciclaggio. Un elemento caratterizzante della direttiva è la responsabilità estesa del produttore in base alla quale colui il quale produce un determinato prodotto, compresi importatori e rivenditori deve assumersene la responsabilità per l’ intero ciclo di vita comprese le fasi smaltimento e riciclaggio. Attualmente la normativa è in fase di valutazione da parte della Commissione Europea che dovrà decidere se continuare ad autorizzarla, semplificarla, o revisionarla. Per questo è stato dato il via ad una consultazione pubblica on line, tenutasi nel periodo 16 giugno 2023 “ 22 settembre 2023 destinata a portatori di interesse, quali organizzazioni, associazioni d’ imprese, produttori di apparecchiature e gestori del loro trattamento, autorità nazionali, ricercatori, cittadini, il cui esito dovrebbe essere reso pubblico entro il marzo 2024. Con l’ obiettivo di promuovere un virtuoso percorso di economia circolare la Commissione Europea ha proposto di incentivare, attraverso una serie di raccomandazioni, la restituzione di apparecchi telefonici, tablet, nonché i dispositivi di ricarica e i rifiuti prodotti, incentivandone raccolta, riutilizzo, riparazione, riducendone l’ erroneo smaltimento. Ad indurre in questa decisione la bassa percentuale di riciclo degli oltre 700 milioni di telefoni cellulari inutilizzati che si attesta appena al 5%, oltre alla presenza al loro interno di importanti materie critiche. Raccomandazioni che comprendono incentivi finanziari, tra i quali sconti, buoni, sistemi di restituzione dei depositi, incentivi monetari, sia per i dispositivi non più funzionanti che per quelli riparabili, richiedono di stabilire partenariati tra le organizzazioni preposte al riutilizzo, operatori di programmi di ritiro, definendo gli obiettivi per il riutilizzo e la preparazione allo stesso e di informare la cittadinanza su quali sono i punti di ritiro più vicino, tramite mappe o applicazioni, con l’ indicazione di una gestione corretta dei dati presenti nei dispositivi. AGIPRESS
Domenico Aloia – Stradenuove