LE REAZIONI: Pierandrea Vanni Coordinatore Piccoli Comuni Anci Toscana e Oreste Giurlani Presidente Uncem Toscana dopo l’iniziativa Irpet. Il sindaco di Seggiano Daniele Rossi (Grosseto) su tutte le furie
AGIPRESS – (GROSSETO) – “In questo modo si vuol far passare il messaggio che la fusione fra comuni è una nuova formula organizzativa, il che è una sciocchezza totale. E’ oltretutto irrispettoso nei confronti delle comunità locali e del dettame costituzionale”. E’ su tutte le furie Daniele Rossi sindaco di Seggiano (Grosseto), piccolo comune di mille abitanti, raggiunto da Agipress in merito all’iniziativa del consiglio regionale organizzata oggi in Camera di commercio a Grosseto proprio su questo tema. Uno studio dell’Irpet, dal titolo “Dimensioni dei governi locali, offerta di servizi pubblici e benessere dei cittadini”, illustrato proprio in quella sede, indica che un risparmio di 18-20 milioni di euro, solo nella provincia di Grosseto, deriverebbe dalla fusione dei piccoli comuni, cifra che proiettata a livello regionale salirebbe addirittura a 200. “Sono cifre del tutto fantasiose “ taglia corto il sindaco di Seggiano -. Io trovo oltretutto molto discutibile che la Regione eroghi finanziamenti per i comuni che procedono in quel senso, considerando che i reali risparmi che si possono ottenere sono minimi. I fondi andrebbero dati per erogare servizi e non per incentivare la riduzione del numero dei comuni. In ogni caso – spiega ancora Rossi – si traveste da mandato istituzionale quello che è, e spero sia, il parere di alcuni”. Il sindaco di Seggiano non dice no in assoluto alle fusioni ma non le ritiene sempre praticabili e comunque non decisive nel tentativo di ridurre i costi della macchina pubblica locale: “La strada delle Unioni dei comuni evidentemente non viene ritenuta congrua ma non ci sono dati che testimoniano questo, nonostante tutte le difficoltà che si sono incontrate e si incontrano nel costituirle e farle funzionare. Quanto alle fusioni possono sicuramente essere accettate quando avvengono su un piano di parità fra comuni. Del resto gli esiti della tornata referendaria dei giorni scorsi non vanno tutti nella stessa direzione e confermano questi dubbi “ conclude Rossi – . Se il consiglio regionale sposerà questa linea dimostrerà di non aver capito la reale portata del problema”.
“Incredibile pensare alla riduzione dei Comuni a 51 o addirittura a 34 “ commenta il Presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani “ è fuori da ogni logica, immaginiamoci se un cittadino volesse andare a parlare con il proprio sindaco, dovrebbe attraversare ad esempio gran parte della montagna toscana? In nome di un presunto contenimento delle spese della politica si ridurrebbe notevolmente la rappresentanza democratica dei cittadini e la rappresentanza territoriale nell’ambito dei singoli territori e ciò è impensabile. Forse prima di tirar fuori questi dati non sarebbe opportuno andare a parlare prima con i cittadini sui territori?”
“Penso che l’Irpet abbia cose ben piu’ importanti da fare che dilettarsi nel proporre sistematicamente riduzioni del numero dei comuni in Toscana”. Cosଠil Coordinatore Piccoli Comuni Anci Toscana Pierandrea Vanni che poi aggiunge “Pochi mesi fa parlava di portarli a cento, al convegno di Grosseto i suoi esperti sono arrivati ad ipotizzarne una cinquantina. Questa “caccia” ai Comuni, nei quali per la verità l’Irpet non è certamente solo, avviene proprio mentre, a fronte del possibile scioglimento delle Province, la Regione ipotizza di trasferire importanti deleghe ai Comuni e con l’assessore Bugli parla della necessità di un loro “‘rafforzamento’. Che paradossalmente, secondo l’Irpert dovrebbe passare attraverso un’incredibile massa di fusioni per dar vita magari a mini-Province. Che poi i recenti referendum abbiano dato risultati contrastanti e diversificati, a conferma che i processi di fusione possono anche essere complicati e non sempre condivisi dai cittadini, questo per i tecnici è assolutamente secondario. Forse è davvero il momento di fare chiarezza. E che la Regione precisi almeno due cose: ha davvero i fondi sufficienti per assicurare i consistenti contributi, oltre a quelli statali, previsti per i Comuni che si fondono, per far fronte al ˜disegno’ di riforma istituzionale vagheggiato dall’Irpet? A parte questo: crede ancora nelle Unioni dei Comuni, nel loro ruolo e nel loro rafforzamento o ha cambiato idea?”
Agipress 11.10.2013