DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

23 Marzo 2015

Regionali Toscana, outsider civatiano Iacopo Ghelli chiede buon senso e si propone

Le richieste alla direzione del Pd di rispettare le minoranze e il regolamento

AGIPRESS – FIRENZE – In Toscana è corsa alle candidature per il consiglio regionale. Bruciati i tempi di raccolta firme per Iacopo Ghelli “civatiano” doc che consegna le firme per la sua candidatura al consiglio regionale. Membro dell’assemblea nazionale Pd, Ghelli è segretario in uno dei circoli PD più popolari di firenze, Varlungo, e segue il progetto per il percorso partecipato su San Salvi, è coordinatore dell’area Civati fiorentina e dell’associazione “Possibile”. “Un singolare bocconiano – si legge in una nota del comitato – che da oltre dieci anni lavora con la base sociale e politica del partito e della sinistra fiorentina e toscana, non vive di politica ma vive la politica come passione e sfida, sfida per arricchire il panorama della scelta”. “Una scelta – aggiunge – che sembra già fatta a tavolino su chi saranno i candidati del PD a Firenze”. “L’obiettivo primario del mio impegno è quello di poter parlare di sviluppo industriale ed economico ambientalmente e socialmente sostenibile, e poi dei giovani, e spiegare a tutti loro questa grande opportunità concreta di lavoro e sviluppo”. “Aprirò la mia campagna – continua la nota – da San Salvi, simbolicamente, un pezzo di città che come tanti di noi, pretende un futuro”. E riguardo a altre eventuali candidature di area civatiana, dice: “Se è vero che il partito è aperto e plurale, si rispettino le minoranze e il regolamento, non si creino forzature, ma si usi la misura e il buon senso; non si cerchi come già fatto in passato di decidere per la minoranza”. CosଠGhelli chiede che non si giochi con i nomi, né sui giornali, né nelle stanze di partito. “D’altra parte – spiega – pare che la maggioranza renziana voglia escludermi dalla rosa dei nomi e stia cercando un nome alternativo, non proposto dall’area Civati, ma da una parte dell’area renziana stessa, forzando cosଠle cose alla prossima direzione provinciale, dove si decideranno in via definitiva le candidature”. Poi conclude: “Già si è evitato il confronto diretto con le primarie, si evitino scivoloni che ci possono far perdere altro consenso, il PD è un partito grande ma se vuole diventare un grande partito non si può affidare alle scelte solo nella direzione di alcuni interessi ma deve rimanere sempre inclusivo e soprattutto deve poter discutere dei temi e avere delle proposte concrete sapendo scegliere anche nel senso del rinnovamento. Insomma – chiude – le critiche ora non servono, serve uno sforzo di buon senso e di inclusività e mi propongo per fare del mio meglio in questa direzione”.

Agipress

ARTICOLI CORRELATI
Torna in alto