DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

30 Ottobre 2018

Ragazzi con Sindrome di Down e il Tango: la mostra fotografica “Gotan 21 T”

A cura del fotografo street Duccio Cantini che ha documentato con i suoi scatti.

AGIPRESS – FIRENZE – Si chama “Gotan 21 T” la mostra fotografica pensata per raccontare con le immagini una storia di tango, inclusione e allegria. Sarà inaugurata domenica 4 novembre alle 18 nei locali del Renaissance di Firenze (via Baracca, 1) e i protagonisti assoluti sono un gruppo di ragazze e ragazzi con la sindrome di Down che in questi anni hanno imparato a muovere i primi passi in Milonga. Le lezioni sono state organizzate – a partire dal 2015 – nell’ambito del progetto “Tango T21” (vincitore nel 2016 del concorso UISP Attività sul Sociale) portato avanti dal maestro Giovanni Eredia e dalla psicologa Eleonora Paparo. Le lezioni di tango, dedicate ad allievi con la sindrome di Down e non, hanno lo scopo di promuovere l‘integrazione e l’inclusione sociale in un’ottica di condivisione della passione per il tango e il ballo. La bellezza del progetto sta nel dare ai ragazzi con SD l’opportunità di uscire dalla dinamica “associazione-famiglia” e di frequentare un luogo di studio, insieme ad altre persone accomunate questa volta soltanto dalla stessa passione per il tango. L’obiettivo finale è che i ragazzi possano andare in Milonga (il luogo adibito al ballo del tango) e ballare con tutti, scoprendo l’unicità dell’abbraccio del tango in ogni tanda (la sequenza dei brani).

Grazie agli scatti del fotografo street Duccio Cantini, sono stati impressi alcuni momenti delle lezioni e i sorrisi dei ragazzi alle prese con i primi passi di tango. “I ragazzi hanno condiviso con me un’ora a settimana del loro tempo, un tempo “speciale” perché “normale” “ spiega il fotografo – Gotan 21 T è il progetto che vuole documentare e mostrare la vittoria dell’attività “Tango T21″, nata qualche anno fa dall’idea di un insegnante di tango e una psicologa-ballerina , con l’intento di dare la possibilità a persone con SD di vivere una nuova esperienza e di avere uno spazio diverso che non si collocasse necessariamente tra le braccia preziose, seppur limitative, di familiari o associazioni”.

Agipress

ARTICOLI CORRELATI
Torna in alto