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14 Aprile 2025

“Queer” di Luca Guadagnino. Un’ossessione fragile e incandescente nell’ombra degli anni ’40

AGIPRESS – In uscita nelle sale italiane il 17 aprile e distribuito da Lucky Red, Queer è il nuovo e attesissimo film di Luca Guadagnino, tratto dal romanzo controverso e considerato a lungo intrasportabile sullo schermo di William S. Burroughs. Il regista, noto per la sua sensibilità estetica e la sua attenzione ai corpi e ai desideri, firma qui un’opera drammatica e sentimentale che attraversa la malinconia e l’ossessione con mano febbrile. Ambientato nella vibrante ma decadente Città del Messico degli anni ’40, Queer racconta la storia di Lee (Daniel Craig), un americano fuggito da New Orleans per evitare l’arresto per droga. Rifugiatosi tra i locali fumosi e i margini pulsanti della capitale messicana, Lee incontra Allerton (Drew Starkey), giovane militare in congedo e tossicodipendente. Tra loro nasce un’attrazione asimmetrica, in bilico tra desiderio e rifiuto, che diventa presto ossessione.

La pellicola, lunga 151 minuti, è un viaggio tanto interiore quanto geografico, che si spinge fino al cuore del Sud America alla ricerca dello Yage, una droga allucinogena che, secondo Lee, potrebbe rivelare poteri sensitivi. Ma è soprattutto un viaggio dentro la vulnerabilità umana, il bisogno di essere visti e amati, la disintegrazione lenta del confine tra passione e autodistruzione.

Con una fotografia firmata da Sayombhu Mukdeeprom e una colonna sonora intensa curata da Trent Reznor e Atticus Ross, Queer si presenta come un film maturo e rischioso, che trova nel corpo e nella voce di Daniel Craig un’inedita fragilità. Guadagnino si misura ancora una volta con il desiderio, ma lo fa qui in una forma più cruda, inquieta, a tratti dolorosa, senza mai rinunciare alla sua cifra stilistica fatta di bellezza e inquietudine. Un film necessario, che arriva nel momento giusto.

Elena Sofia Vitali

AGIPRESS

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