Quando si parla di dipendenza si è davanti ad un concetto complesso che implica non solo aspetti neurobiologici, ma anche comportamentali, psichici, sociali, culturali.
AGIPRESS – Esiste la dipendenza da una sostanza o un oggetto, ma anche da una persona, un gruppo, con il corrispondente stato emotivo di prostrazione e autosvalutazione. Si tratta di nuove dipendenze patologiche, in cui non è centrale l’uso e abuso di sostanze, ma di comportamenti e relazioni disfunzionali e problematici riferiti a oggetti, attività , stili di vita, gestione del tempo, consumi, stili di attaccamento, difficoltà relazionali, rapporto con la realtà e con il mondo esterno. A livello di personalità si riscontra la mancanza di autonomia e di capacità decisionale, conseguenti ad un’idea di sé sminuita, identificata con una visione d’individuo fragile, vittima bisognosa. Per cui a livello di condotta la persona è sempre indecisa, si pone mille dubbi in ogni piccola scelta, si appoggia parzialmente o esclusivamente all’altro, ad oggetti e attività , per sentirsi sicuro da errori, svalutando le proprie idee a favore di quelle altrui.
Fra l’individuo e questi oggetti, si stabilisce una relazione di forte bisogno, legata al senso della propria identità , dell’immagine di sé, del proprio sentire, ad un livello tale che, in loro assenza si sperimenta un profondo vuoto e senso d’inadeguatezza. Questo legame diventa di dipendenza, al pari di quello con la droga. Senza non si può vivere, niente ha un senso o valore, ci si sente spersi e smarriti. L’oggetto stesso diventerà motivo fondamentale, obiettivo di lavoro primario, significato di vita. In una storia d’amore, quando il rapporto affettivo diventa un “legame che stringe” o, ancor peggio, “dolorosa ossessione” in cui si altera stabilmente quel necessario equilibrio tra il “dare” e il “ricevere”, l’amore può trasformarsi in un’abitudine a soffrire fino a divenire una vera e propria “dipendenza affettiva”, un disagio psicologico che è in grado di vivere nascosto nell’ombra anche per l’intera vita di una persona, ponendosi tuttavia come la radice di un costante dolore e alimentando spesso altre gravi problematiche psicologiche, fisiche e relazionali. Primo passo per affrontare il problema è prendersi, in prima persona, la co-responsabilità di quanto accade, iniziare ad entrare in contatto con i propri bisogni e con la capacità di soddisfarli autonomamente, facendo prevalere l’amore verso sé.
Le caratteristiche della “Dipendenza Affettiva”
Amore ossessivo, stagnazione della relazione, evitamento dei cambiamenti, bisogni ossessivi di sicurezza, sono alcune delle caratteristiche della dipendenza affettiva. Il dipendente affettivo ha paura della separazione, della solitudine, della distanza, presenta all’osservazione clinica sensi di colpa e di rabbia. La maggior parte delle vittime sono donne. Si tratta di donne fragili, bisognose di conferme, con vissuti di inadeguatezza personale. La mancanza di autonomia, le cognizioni negative riguardo il proprio valore, la inadeguata coscienza di sé bloccano in una trappola il soggetto dipendente impedendo una sana evoluzione della relazione affettiva, chiudendolo in bisogni di conferme e gratificazione e continue delusioni. Alcuni ricercatori hanno evidenziato correlazioni con il disturbo post-traumatico da stress . Molte donne dipendenti affettive hanno subito abusi sessuali, maltrattamenti fisici ed emotivi, ciò ha compromesso severamente la capacità di affermazione di sé, favorendo al contrario lo sviluppo di rapporti di sottomissione e di passività .
di Davide Lacangellera
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