DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

27 Marzo 2025

Prostata, a Careggi un dispositivo temporaneo e mininvasivo

Dottor Gianni Vittori

AGIPRESS – FIRENZE – L’ipertrofia prostatica benigna è una condizione molto comune, che interessa circa 6 milioni di uomini italiani: circa il 50% degli over 50 e l’80% degli over 80. In Toscana, regione in cui vivono circa 1 milione di uomini over 50, la condizione di ipertrofia prostatica può arrivare ad interessare oltre 500mila pazienti. iTind è un dispositivo temporaneo mininvasivo che, impiantato in pochi minuti per via uretrale, rimodella i tessuti prostatici e del collo della vescica e risolve i sintomi urinari, mantenendo la funzione sessuale e senza l’uso di cateteri. Con l’avanzare dell’età, l’ingrossamento naturale della prostata può compromettere la funzionalità delle vie urinarie inferiori, causando sintomi fastidiosi quali difficoltà e dolore durante la minzione, riduzione del flusso urinario ed esigenza di urinare spesso durante il giorno o di notte. Lo stesso tipo di sintomi urinari possono essere causati anche da un disturbo noto come stenosi del collo vescicale, una condizione per lo più congenita che si osserva invece più frequentemente tra i 20 e i 50 anni, caratterizzata da un restringimento o occlusione a livello dell’apertura tra la vescica e l’uretra. Questi disturbi possono ridurre la qualità della vita, causando disagio nelle interazioni sociali, professionali e personali. Nato da un brevetto israeliano, iTind è distribuito da Olympus: è realizzato in nitinol, una lega di nichel e titanio con memoria di forma, capace cioè di mantenere e recuperare la sua forma originale anche dopo essere stato deformato termicamente. Viene inserito ripiegato tramite una sonda attraverso l’uretra e si apre a “ombrello” all’interno dell’uretra prostatica. La procedura d’inserimento, in anestesia locale o lieve sedazione, dura 5-10 minuti e il paziente può tornare a casa poco dopo. Il dispositivo rimane in posizione per 5-7 giorni, esercitando una compressione meccanica che rimodella i tessuti prostatici e del collo della vescica, ricreando delicatamente i canali per consentire la fuoriuscita fisiologica dell’urina. iTind viene poi rimosso in ambulatorio, permettendo un rapido sollievo dai sintomi e un ritorno immediato alle attività quotidiane senza richiedere un catetere. Gianni Vittori, chirurgo urologo della struttura organizzativa dipartimentale di Urologia oncologica mininvasiva ed andrologica diretta dal professor Andrea Minervini presso l’Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze, è tra gli esperti italiani che per primi hanno adottato e apprezzato le potenzialità di iTind: “I risultati ottenuti grazie ad iTind sono stati soddisfacenti sia per il trattamento dei sintomi dell’ipertrofia prostatica benigna sia della stenosi del collo vescicale; in quest’ultimo caso iTind risulta particolarmente vantaggioso data la bassa età media dei pazienti che si rivolgono a noi. Uno dei principali punti di forza iTind è infatti che, a parità di efficacia, diversamente dal metodo tradizionale di incisione transuretrale della prostata, garantisce al paziente la preservazione della funzione eiaculatoria fisiologica, un elemento fondamentale per la capacità riproduttiva, oltre che per la qualità della vita e della sessualità. Proprio questo elemento, unito alla minima invasività della procedura, rende iTind il trattamento di prima linea per la stenosi.” In caso di ipertrofia prostatica, l’impianto di iTind è indicato per soggetti con un volume prostatico inferiore ai 75ml, ancora una buona funzionalità della vescica e che non presentino lobo mediano ostruttivo. Il dispositivo può essere utilizzato anche nei pazienti giovani con collo vescicale alto o ostruzione primitiva del collo vescicale. Studi clinici peer-reviewed hanno confermato la sicurezza e l’efficacia del dispositivo, anche a lungo termine, con risultati positivi fino a 6,6 anni dopo il trattamento.

ARTICOLI CORRELATI
Torna in alto