Interessati alla consultazione Castelfranco di Sopra e Pian di Scò (Arezzo), Fabbriche di Vallico e Vergemoli (Lucca). I sindaci spiegano i vantaggi di unire le forze
AGIPRESS “ FIRENZE – Castelfranco di Sopra e Pian di Scò (Arezzo), Fabbriche di Vallico e Vergemoli (Lucca), sono i quattro comuni montani del totale di quattordici comuni toscani chiamati al voto, il 21 e 22 aprile, per il referendum consultivo sulla “fusione” (gli altri sono Figline Valdarno e Incisa in Val d’Arno e i comuni dell’Elba, Marciana, Marciana Marina, Campo nell’Elba, Capoliveri, Portoferraio, Porto Azzurro, Rio nell’Elba e Rio Marina). Come hanno spiegato stamani in una conferenza stampa, nella sede di Uncem Toscana, i sindaci Nazareno Betti (Pian di Sco’), Rita Papi (Castelfranco di Sopra), Oreste Giurlani (Fabbriche di Vallico) e Michele Giannini (Vergemoli), se i cittadini chiamati alle urne per il referendum daranno parere favorevole, nella primavera del 2014 saranno eletti 2 nuovi sindaci al posto dei 4 attuali, con una conseguente riduzione dei consigli comunali e un assottigliamento delle giunte. Dal primo gennaio del 2014 i sindaci attuali lasceranno il posto ad un commissario che condurrà il nuovo comune alle elezioni.
Ma i costi limitati agli amministratori non sono il vero nodo, soprattutto nei piccoli comuni come Fabbriche e Vergemoli. I veri risparmi derivano dall’abbattimento dei costi di funzionamento generale grazie alla razionalizzazione delle sedi, degli uffici, del personale. Il Comune unico derivatro da una fusione, inoltre, è esente per 3 anni dal patto di stabilità , che attualmente impedisce di spendere le risorse disponibili, fare investimenti, pagare i fornitori. Ci sono, ancora, gli incentivi finanziari dalla vigente legislazione regionale “ un contributo annuo di 250mila euro per Comune che va a fusione, per 5 anni, con un tetto massimo di tre milioni di euro – e un contributo straordinario dalla legislazione statale. Infine, il Comune unico non comporterà per i cittadini alcun aggravio economico né burocratico (restano per esempio invariati codice fiscale, carte d’identità e tessere elettorali, mentre per partite Iva, patenti di guida e libretti di circolazione non sarà necessario alcuna comunicazione agli uffici competenti).
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