AGIPRESS – PISA – L’Azienda ospedaliero-universitaria pisana è Centro di riferimento regionale per il trattamento di denervazione renale dei pazienti con ipertensione resistente: una procedura minimamente invasiva, sicura, efficace e ben tollerata, eseguita sui nervi vicini ai reni che possono diventare iperattivi e causare l’ipertensione. Sono stati finora denervati ventiquattro pazienti: la casistica più alta in Toscana e una delle maggiori a livello nazionale. I risultati sono incoraggianti: la metodica si sta rivelando efficace.
Secondo i dati pubblicati dalla Società italiana di Ipertensione arteriosa, in Toscana il 49% degli uomini e il 28% nelle donne soffrono di questa condizione, avendo una pressione arteriosa sistolica superiore a 140 mmHg e/o una pressione arteriosa diastolica superiore a 90 mmHg. Si stima che, in tutto il mondo, circa 1,28 miliardi di adulti – di età compresa tra i 30 e i 79 anni – ne siano affetti. Solo nel caso di un adulto affetto su cinque l’ipertensione risulta sotto controllo, mentre il 46% non ne è consapevole e meno della metà riceve una diagnosi o un trattamento.
Vi è inoltre una condizione clinica definita “ipertensione difficile da trattare”. Si presenta quando i farmaci antipertensivi provocano effetti collaterali, oppure quando i pazienti non assumono i farmaci in modo continuativo: un problema che sta assumendo dimensioni significative. Circa il 50% dei pazienti trattati per malattie croniche (ipertensione arteriosa, diabete mellito, ipercolesterolemia ecc.) infatti non assume i farmaci in modo continuativo, rendendo inefficace la terapia. In questi casi, un approccio non farmacologico può essere l’unica alternativa che possa garantire un successo terapeutico. Non a caso, il recente aggiornamento delle linee guida della Società europea dell’Ipertensione (ESH) sostiene l’uso della denervazione renale come terzo pilastro terapeutico nell’ambito del percorso di cura dell’ipertensione, insieme alle modifiche dello stile di vita e ai farmaci antipertensivi.
Per effettuare la procedura il medico pratica una piccola incisione, di solito all’altezza dell’inguine, e inserisce un catetere molto sottile nell’arteria che porta al rene. A quel punto si utilizzano radiofrequenze per calmare l’eccessiva attività dei nervi. Alla fine dell’intervento il catetere viene rimosso senza lasciare alcun dispositivo impiantato. L’Aoup da tempo offre questa opportunità terapeutica grazie al Centro – afferente all’unità operativa Medicina 1, diretta da Stefano Taddei, ordinario di Medicina interna all’Università di Pisa –, cui è possibile accedere tramite Cup (Centro unico di prenotazione). Dopo essere stati visitati dai medici del Centro, ai pazienti viene eventualmente effettuata la denervazione delle arterie renali nella sezione Laboratorio emodinamica dell’Aoup, di cui è responsabile Marco De Carlo, associato di Malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università di Pisa. AGIPRESS