A Greve in Chianti (FI) emerse tutte le preoccupazioni per il governo dei piccoli Comuni
AGIPRESS “ Greve in Chianti (FI) – I Comuni sotto i 5 mila abitanti sul panorama nazionale sono 5.698, il 72% del totale. Ospitano oltre 10 milioni di persone, 135 in Toscana, con una popolazione di oltre 325mila abitanti.
Producono il 93% dei prodotti a marchio certificato (Dop e Igp) e il 79% dei vini più pregiati. Contano quasi un milione di imprese e il 16% dei musei, monumenti e aree archeologiche di proprietà statale. Inoltre 5.687 piccoli Comuni hanno almeno una fonte di rinnovabili installata sul proprio territorio, 274 producono più energia pulita di quella necessaria ai consumi delle famiglie che li abitano. E in 895 piccoli Comuni la percentuale di raccolta differenziata supera il 60%, con picchi oltre l’80%.
Sono alcuni dati ricordati nell’Assemblea dei Piccoli Comuni di ANCI Toscana che si è svolta questa mattina a Greve in Chianti (FI). A fare gli onori di casa il Sindaco di Greve in Chianti Alberto Bencistà . “Piena disponibilità da parte del Comune di Greve ad ospitare e collaborare per iniziative a favore dei Comuni – ha detto Bencistà “ che poi ha sottolineato “In un momento di difficoltà generale per gli enti locali dato positivo può essere rappresentato dal momento di ripresa della nostra agricoltura, settore per noi fondamentale cosଠcome il positivo andamento del turismo che ha visto ottimi risultati tra agosto e settembre”. L’assemblea, oltre che delle associazioni degli enti ha visto la partecipazione anche della Regione Toscana con l’assessore regionale Vittorio Bugli. “La Regione – ha detto Bugli – dovrà fare la propria parte, specialmente per alcune materie scendere direttamente più in basso e avvicinarsi ai comuni; a loro volta però i comuni dovranno fare uno sforzo verso l’alto, potenziando il loro ruolo e la loro capacità di governare territori più ampi e di dare risposte più forti ai cittadini. Per la Toscana il luogo in cui questo “punto di incontro” può avvenire sono le attuali zone socio-sanitarie (le ex associazioni intercomunali sempre pensate da Bartolini). Ed è dunque a questo livello che bisogna rafforzare l’unità e la cooperazione tra enti. La democrazia richiede risposte e servizi per i cittadini ed i Comuni, rafforzandosi, possono meglio continuare a svolgere il loro ruolo di presidio democratico. La posta in gioco “ ha concluso l’assessore “ è alta e non si tratta di cessione di sovranità al vicino o di perdita di identità che non sono messe in discussione, ma di innovare e rinnovare il patrimonio di democrazia nella nostra regione e in Italia”.
“Siamo di fronte ad un paradosso “ ha detto il coordinatore regionale della consulta piccoli Comuni di Anci Toscana Pierandrea Vanni nella sua relazione “ che vede da un lato un forte e sempre crescente bisogno da parte dei cittadini, del Comune, perché visto come punto di riferimento unico, e dall’altro politiche di forte penalizzazione dei Comuni stessi”. “Chiediamo un impegno serio e propositivo alla Regione Toscana a sostegno dei Piccoli Comuni anche attraverso le risorse del fondo per la montagna” “ ha detto il Presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani.
Ecco i punti evidenziati in un documento emerso dall’assemblea:
- eliminare al più presto il Patto di Stabilità interno per i Comuni da 5.000 abitanti a 1.000 e, più in generale, per i comuni che conferiscono alle unioni montane le funzioni fondamentali, in quanto il Patto di stabilità , non solo impedisce investimenti e realizzazione di opere, ma allo stesso tempo non incentiva la residenzialità nelle aree montane e marginali di coloro che vedono affievolirsi l’azione delle Amministrazioni comunali;
- prevedere la possibilità di politiche unitarie delle risorse umane, considerando il sistema organizzativo “Unione/Comuni” come entità complessiva, in modo da semplificare la gestione personale, i trasferimenti tra enti del sistema, la contrattazione, la verifica del rispetto dei vincoli strutturali e di finanza pubblica;
- fornire un quadro normativo chiaro ove sia effettivamente perseguibile la valorizzazione di tutte le sinergie possibili nella organizzazione strutturale delle amministrazioni pubbliche locali; mettere a disposizione contributi sufficienti per incentivare l’esercizio associato sovra comunale; attivazione del fondo della montagna, per i contributi ai piccoli comuni in situazione di maggior disagio; la piena applicazione dell’articolo 82 della LR 27 dicembre 2011, n. 68 che prevede Contributi annuali ai piccoli comuni in situazione di maggiore disagio.
- Infine dall’assemblea una chiara attenzione da rivolgere verso l’Agenda Digitale anche nei Piccoli Comuni e nelle Unioni di Comuni al fine di farla diventare una priorità indiscussa per il territorio toscano. Questo sarà possibile con incentivi materiali e immateriali, compresi contributi, che operino nel settore delle tecnologie, dell’informazione e della comunicazione e connessi al funzionamento e allo sviluppo dei centri stessi e le iniziative che prevedono l’associazione nei centri di servizio territoriali anche attraverso l’utilizzo di sistemi di telecomunicazione a banda larga e senza fili.
Agipress