D’Angelis: “Nei tre anni della mia presidenza e con l’Ad Alberto Irace abbiamo investito la cifra record di circa 200 milioni di euro, con 90.000 interventi l’anno per la Toscana centrale nelle province di Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo”
AGIPRESS – Nel Cda di oggi Erasmo D’Angelis, nominato Sottosegretario di Stato al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ha lasciato la presidenza di Publiacqua, delegando le funzioni alla vicepresidente Caterina Ammendola, in attesa della nuova nomina che verrà decisa dai 49 Comuni proprietari dell’azienda e dall’assemblea dei soci.
“Non lascio il settore, anzi raddoppio gli impegni “ spiega D’Angelis – da Sottosegretario, infatti, continuerò ad occuparmi degli investimenti in infrastrutture per acquedotti, fognature e depurazione, che in molte Regioni hanno un arretrato di almeno venti anni rispetto al resto dell’Europa e urgente bisogno di rilancio per garantire qualità in un servizio fondamentale e non inquinare fiumi e ambiente. Sono state già annunciate le prime pesantissime sanzioni europee per infrazione all’obbligo di depurazione degli scarichi civili per circa 350 milioni dal mese di giugno. L’obiettivo è di evitarle, almeno nelle Regioni come la Toscana, con cantieri aperti”.
E continua: “Abbiamo realizzato opere fondamentali per l’approvvigionamento idrico, inventando il sistema dei Fontanelli come innovativo servizio ai cittadini: oggi sono 58 tra parchi e piazze e vedono un boom di erogazione e risparmi economici e ambientali. Sono il nostro più grande spot per l’acqua pubblica del rubinetto in cui consumi negli ultimi 3 anni sono balzati dal 45% a circa il 60%. La mia più grande soddisfazione, però sarà vedere finalmente l’Arno ripulito dalle fogne: accadrà tra circa un anno, a conclusione della più grande opera idrica in corso in Italia. Non è stato semplice per noi far ripartire il cantiere dell’Emissario in Riva Sinistra di Firenze nel 2010 dal costo di 70,1 milioni di euro. Era bloccato da 9 anni e ci siamo assunti enormi responsabilità anche personali, sapendo che si tratta di una infrastruttura che chiuderà un’epoca per Firenze che vede ancora metà città scaricare reflui nel fiume dal Medioevo”.
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