AGIPRESS – L’Istat nella sua ultima revisione dei codici ATECO (nuovi codici delle attività economiche), ha finalmente sciolto il nodo delle professioni sanitarie non mediche, finora riunite sotto un unico generico codice: 89.90.29 “Altre attività paramediche indipendenti n.c.a.”. Le professioni, divenute intellettuali con la creazione degli ordini professionali del 2018 e naturalmente con l’obbligo di laurea e di iscrizione all’albo per l’esercizio professionale, sono state quindi riclassificate, come chiesto dalla FNOPI. E in questo ambito, tra gli altri, è stato realizzato il nuovo codice specifico superando, appunto, il codice generico. Il nuovo codice ATECO 86.94.01 “Attività infermieristiche” è quindi entrato in vigore con l’inizio del 2025.
ATECO è la classificazione delle attività economiche adottata dall’ISTAT per finalità statistiche, per la produzione e la diffusione di dati statistici ufficiali. Viene inoltre utilizzata dall’Agenzia delle Entrate ai fini fiscali, quale, per esempio, la definizione della redditività del forfettario o, nel periodo pandemico, a selezionare quali attività potessero proseguire la propria attività nonostante il lockdown. I codici ATECO sono necessari ai professionisti che, al momento dell’apertura della partita IVA, devono indicare quale sarà la propria attività economica, scegliendo il codice che fa a loro riferimento. I nuovi codici ATECO 2025 sostituiscono la classificazione del 2007 a partire dal primo gennaio 2025 e dal primo aprile saranno utilizzati in tutti gli adempimenti di tipo statistico, amministrativo e fiscale, e sono adeguati alla classificazione europea NACE, nella sua Revisione 2.1. Non sono previste, al momento, sanzioni per chi non dovesse variare il codice, ma sarebbe importante rettificarlo laddove descriva meglio la propria attività.
Per questo risultato, FNOPI ringrazia l’Istat che da sempre si è mostrato attento alle osservazioni e agli spunti offerti negli anni dalla Federazione su questo tema. Già nel 2020, infatti, la FNOPI metteva in evidenza la necessità di rivedere la classificazione della professione infermieristica, intellettuale e non tecnica, incontrando la disponibilità dell’Istat a tenere conto delle interlocuzioni con FNOPI nel momento in cui sarebbero partiti i lavori per la predisposizione della nuova classificazione. Che oggi è realtà e permette di compiere un ulteriore passo avanti nel riconoscimento della professione e come supporto anche all’attività libero professionale degli infermieri.
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