DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

1 Maggio 2023

Per il cittadino bancomat solo multe e obblighi

La giornata impossibile di un fiorentino-suddito prigioniero e vittima nella sua città . Il commento di MARCELLO MANCINI.

AGIPRESS – FIRENZE – Da un po’ di tempo è più difficile essere fiorentini. Appartenere a una comunità , rispettarla, sentirsi parte attiva, contribuire a migliorarla. Valori che non devono spengersi ma che si piegano a una rassegnazione che rischia di trasformarsi in rabbia. Quando cominci ad avere la sensazione che la pubblica amministrazione che governa questa comunità sia una controparte che ti tratta come suddito al quale imporre solo doveri, bisogna allarmarsi e chiedersi perché il livello di insofferenza cresce. Se i cittadini sono indisciplinati, anche incivili, bisogna impedire che certi comportamenti travalichino i limiti del rispetto per la città . Vale per tutti i cittadini. Non solo i residenti. Perché mi sono avventurato in questo preambolo: semplicemente perché ogni giorno, sempre più spesso, capita di alzarsi con un senso di oppressione da parte di chi invece dovrebbe essere al tuo fianco.

Al mattino esci di casa e trovi l’auto con i vetri rotti e l’interno della vettura depredata non si sa (e non si saprà mai) da chi. E’ il buongiorno della tua Firenze. E metti subito mano al portafogli. Se hai un cane lo porti ai giardini, o sull’argine dell’Arno, ovviamente munito dell’attrezzatura necessaria per ripulire i suoi bisogni, gli togli il guinzaglio e subito compare un vigile in borghese che ti multa perché l’animale non può essere lasciato libero. E rimetti mano al portafogli. Giusto: c’è il cartello di divieto e va rispettato. Se poi le deiezioni canine non vengono rimosse, doppiamente giusto. Ma – penso – perché nessuno rimuove (cioè: impedisce) i bivacchi di disperati che eleggono a loro dimora le panchine del giardino, sulle quali dormono insacchettati nei sacchi a pelo, tutti i santi giorni da un anno all’altro, d’estate e d’inverno, circondati dalle loro povere cose contenute in una borsa della spesa vuota dell’Esselunga o della Coop? E magari – penso ancora mentre leggo il verbale della multa per il mio cane – andava rispettata e controllata anche l’integrità della mia auto e comunque individuato il responsabile degli atti vandalici e messo nella condizioni di non fare più danni. Ma questo non succede. Non me ne faccio una ragione, ma vabbè.

Espletate – si fa per dire – queste spiacevoli formalità , cerchi di prendere il bus che non arriva mai e per non fare tardi al lavoro ti rifugi nell’auto. Affronti i viali (sempre che tu possegga un’auto moderna che non inquina e aggiri le nuove restrizioni sulle vetture euro 5, sennò, altre multe) e sicuramente superi di quei due o tre chilometri il limite di velocità prescritto. E’ poco? Non importa, la multa ti arriverà lo stesso, con decurtazione di punti dalla patente. Ti muovi in città e non trovi parcheggio: qui sei sicuramente in torto perché la metti dove capita, stando attento che sia in una posizione che non intralci altre auto o altre persone, però purtroppo in divieto di sosta. Scopri che la città è piena di divieti di sosta. E qui arriva l’ennesima multa.

Ho elencato una serie di doveri sacrosanti, ma che somigliano a un accanimento senza appello né possibilità di difesa. Naturalmente nessuno, a Palazzo Vecchio o in qualche altro Palazzo, sa che quando sono stato multato perché non avevo il cane al guinzaglio, mi stavo muovendo in mezzo all’erba altissima che non viene mai tagliata, piena di rifiuti, cartacce e soprattutto feci umane prodotte da sconosciuti (?) che non sanno come fare a liberarsi e si arrangiano senza che vigili in borghese o in divisa, abbiano qualcosa da eccepire. Nè, beninteso, senza che qualche spazzatrice di Alia si prenda la briga di ripulire ogni tanto la zona, quella stessa zona che invece ora è frequentatissima da agenti della polizia municipale a caccia di delinquenti – sicuramente delinquenti! – che non tengono il cane al guinzaglio. Ah, dimenticavo: ovvio che gli stessi tutori della legge non si avventurano quasi mai nel centro storico, dove i turisti in massa fanno i loro comodi, ma non c’è chi li riprenda e li punisca. Guai: far rispettare la città potrebbe offendere i nostri educati visitatori che portano soldi e quindi possono disporre delle nostre strade, delle nostre piazze, dei nostri monumenti, dei nostri arengari come se fossero casa loro. Comprano Firenze con pochi spiccioli, che gli vuoi dire?

Al cittadino, beninteso, consiglio vivamente di stare alla larga dalle Cascine. Qui ci sono comunità di varie etnie che hanno eletto lo spazio sotto il ponte della tramvia a loro camera con vista (sull’Arno e su una specie di discarica), senza che nessuno passi mai a dare una “rinfrescatina” a coperte e suppellettili. Più in là , sul vialetto accanto alla fermata della tramvia, c’è un bazar di ospiti che, di notte e di giorno, si riposano distesi per terra, si scambiano idee, progetti e vendono droga, mentre passano – qui si, ma a far cosa? – agenti di polizia a cavallo che osservano e vanno oltre. Ogni tanto transita qualche auto dei carabinieri che non impedisce agli ospiti di continuare il loro commercio. Mi dichiaro pronto a rispettare tutte le norme di convivenza imposte dal Comune al quale appartengo, sono pronto ovviamente anche a pagare le multe se contravvengo le regole – come del resto faccio tuttora – ma chiedo che le regole e la legge siano uguali per tutti. Per tutti. Anche per chi mi saccheggia l’auto e fa i propri bisogni – non solo gli animali, ma anche gli uomini – negli spazi verdi della città .

Il signor sindaco di Firenze, Dario Nardella, che è all’ultimo mandato e tanto non potrà ricandidarsi, oltre a pretendere giustamente da me un comportamento da cittadino civile, che rispetta le regole e paga le contravvenzioni, arriva in ritardo al lavoro ma tiene il cane al guinzaglio, mi deve però consentire anche di vivere in una città amica, pulita, sicura, con i servizi pubblici che funzionano, mi deve permettere di frequentare i luoghi che amo, come tutti fiorentini da secoli, senza la paura di essere aggredito o di finire nel mezzo a una rissa. Se la mia città funziona e rispetta il cittadino, aiuta anche a farsi rispettare. Stiamo per entrare in una campagna elettorale (a Firenze si voterà per il sindaco il prossimo anno) dove chi si candida a governare questo caos si dimenticherà di tutti i problemi o prometterà di rimuoverli senza spiegarci con quali strumenti. Le solite promesse. Tengano conto i candidati, di destra e di sinistra, che la maggioranza dei fiorentini ormai si sente all’inferno. Fra i doveri a cui siamo chiamati, c’è quello di ricordarglielo. AGIPRESS

di Marcello Mancini

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