AGIPRESS – Gli animali usati come intrattenimento o per funzioni religiose e folkloristiche sono ancora molti, in Italia e in tutto il mondo. Uno sfruttamento che si protrae da secoli. Ma in questi ultimi anni qualcosa sta cambiando. Un esempio arriva da un tempio dello stato meridionale del Kerala, in India, dove per tutte le celebrazioni viene utilizzato un elefante robot. Una notizia, dunque, che ci regala un leggero sospiro di sollievo. Un piccolo passo da non sottovalutare, che potrebbe segnare la fine dello sfruttamento di questi animali in occasione di celebrazioni e attività turistiche.
Feste “cruelty free”. L’elefante robot è stato donato al tempio Irinjadappilly Sree Krishna, nel distretto di Thrissur, da PETA (People for Ethical Treatment of Animals) in collaborazione con l’attrice indiana Parvathy Thiruvothu. La struttura regalata al tempio è alta 3,30 metri, pesa circa 800 kg ed è costruita in ferro. Il sacerdote del tempio è stato ben contento della donazione dell’elefante meccanico e ha affermato: “Spero che anche altri templi prendano in considerazione la sostituzione degli elefanti con esemplari meccanici per i loro rituali”. Il nuovo pachiderma è stato chiamato Irinjadappilly Raman e prenderà parte alle cerimonie del tempio evitando mille infinite sofferenze ai suoi veri simili.
Templi e pachidermi. Gli elefanti sono strettamente connessi alle cerimonie religiose in India, hanno infatti, un ruolo cruciale nelle feste dei templi di tutto il Paese. Solamente lo stato del Kerala accoglie circa un quinto dei 2.500 elefanti reclusi in cattività . Per anni, associazioni di attivisti locali e internazionali hanno evidenziato i maltrattamenti subiti da questi giganti, sia quelli utilizzati nel turismo che quelli impiegati nei riti religiosi. Nei giorni di festa sono costretti a sfilare portando addosso le immagini delle divinità . Questi festival sono avvenimenti estremamente stressanti per gli animali. Frastuoni forti, folle di persone, costrizione con catene e contatto fisico forzato non sono di certo per loro momenti di gioia. Oltre a questi eventi, anche la cattura dallo stato di libertà , i metodi crudeli di contenimento e addomesticamento e la frustrazione legata alla cattività condannano questi animali a una sofferenza continua e a diventare pericolosi sviluppando comportamenti anormali. La preoccupazione non è solo per lo scarso benessere degli animali, ma anche per l’incolumità delle persone.
L’elefante Thechikkattukavu Ramachandran, in cattività da circa 40 anni, è uno degli individui più utilizzati nel circuito dei festival del Kerala, durante la sua “carriera” ha ucciso 10 persone e tre elefanti. Sono innumerevoli i pachidermi che conducono questa vita, incatenati per ore e ore, senza cure veterinarie, acqua o cibo adeguati, solamente per essere esibiti. Se tutti i templi adottassero animali meccanici come questo nelle funzioni religiose e i turisti si rifiutassero di esplorare i Paesi sul dorso degli elefanti, moltissimi di questi abusi si fermerebbero e oltre alla sicurezza degli animali, anche quella delle persone, dunque, verrebbe tutelata AGIPRESS
Francesca Danila Toscano – Stradenuove