AGIPRESS – Quante volte vi è successo, mentre passeggiavate per strada, di calpestare i bisogni di qualche cane? Sono tanti, purtroppo, i proprietari che scappano lasciando lଠa terra le deiezioni dei quattro zampe. Molte le richieste fallite dei cittadini che cortesemente chiedono di utilizzare il sacchettino quando si porta a spasso il proprio amico, tentativi vani anche le multe che diversi Comuni hanno deciso di utilizzare per cercare di risolvere il problema in costante aumento. Con il passaporto genetico dei cani forse la soluzione è dietro l’angolo, almeno in Francia.
Un problema ovunque. Questa brutta abitudine di lasciare in giro i bisogni del proprio cane non si ha solamente in Italia, sono innumerevoli i Paesi che adottano lo stesso comportamento. Ma qualcuno ha deciso di provare a trovare una soluzione, a Béziers, per esempio, una città di circa 70mila abitanti nel sud della Francia, l’Amministrazione ha deciso di prendere un provvedimento definitivo: da metà luglio, infatti, i pet mate residenti nel quartiere più in centro sono costretti a procurare un campione di saliva del proprio animale in modo da censire il suo DNA, verrà cosଠcreato un database che permetterà di associare quello specifico codice genetico a quello della cacca raccolta dagli operatori ecologici in modo da scoprire rapidamente a chi appartiene. L’idea è del sindaco Robert Ménard, che già precedentemente, prendendo spunto dalla Spagna, aveva cercato di far approvare una misura affine non riuscendoci e che questa volta invece ha centrato l’obiettivo.
“Non ne posso più. Questo progetto deve essere fatto non solo a Béziers. Abbiamo fatto il conteggio e raccogliamo più di mille feci al mese, a volte molte di più, solo in centro. Non si può andare avanti cosà¬. Ci sarà una certa clemenza per coloro che non sono di Béziers. Il problema non sono gli stranieri, sono gli abitanti del posto che non puliscono”, ha affermato Ménard. Ogni cane del quartiere, da adesso in poi, perciò, dovrà dunque avere un “passaporto genetico” che si otterrà effettuando all’animale un test del DNA gratuito presso un qualsiasi veterinario. I trasgressori rischiano una multa di 38 euro, mentre chi viene scoperto lasciare la cacca del proprio cane per le strade del centro dovrà pagare 122 euro per le spese di pulizia. Le nuove misure, per ora, sono in fase sperimentale fino al 2025, data in cui si stabilirà se mantenerle o meno.
Il passaporto genetico è una vecchia idea della Spagna. L’iniziativa di Béziers, sebbene poco conosciuta, esiste in Spagna già da diversi anni, introdotta anche per limitare smarrimenti e abbandoni dei quattro zampe stessi, dove sta portando risultati soddisfacenti. La città più grande in cui è stata introdotta finora è Malaga, che conta quasi 600mila abitanti. Nel 2019, dopo soltanto un anno dall’introduzione della norma, le cacche per strada erano il 22 per cento in meno rispetto al 2016, quando ancora la norma non c’era. In altre città spagnole più piccole sembra che il calo sia stato addirittura maggiore. Anche in Italia abbiamo esempi di inserimento della creazione del profilo genetico dei cani attraverso le feci, ad esempio a Malnate, in provincia di Varese. Anche in Alto Adige, nella provincia autonoma di Bolzano, è stata approvata nel 2020 una legge simile ma l’obbligo entrerà in vigore soltanto nel 2024. Nel comune di Torino invece, l’idea era stata bocciata, mentre nel comune di Genova per ora è solo un’idea. AGIPRESS
Francesca Danila Toscano – Stradenuove