DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

30 Ottobre 2014

PEDIATRIA – Prevenzione della tubercolosi e antipneumococco in bambini e adolescenti

Le novità sulla gestione della tubercolosi in età pediatrica. Su pneumococco è emerso che ben il 50% dei bambini in età scolare e il 30-35% degli adolescenti ne è portatore

AGIPRESS – FIRENZE – Meno di 10 casi per 100 mila abitanti: questo il tasso di incidenza della tubercolosi, diffuso dal Ministero della Salute, che pone l’Italia tra i Paesi a basso rischio endemico. Ma la tubercolosi (TB) è ancora oggi, nel mondo, la seconda causa di morte tra le malattie infettive dopo l’HIV e, secondo l’OMS, ogni anno colpisce 530 mila bambini e ragazzi al di sotto dei 15 anni di età . Le nuove Linee guida per la prevenzione, diagnosi e terapia della TB in età pediatrica, discusse durante il 33° Congresso di Antibioticoterapia che si concluderà domani a Milano, rappresentano uno strumento fondamentale per i pediatri per una gestione efficace e sicura della tubercolosi.

SEGNI E SINTOMI TUBERCOLOSI ETA’ PEDIATRICA – “L’attuale situazione epidemiologica della TB nel nostro Paese “ afferma la Prof.ssa Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura, Fondazione IRCCS Cà Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano – sebbene evidenzi una bassa incidenza nella popolazione generale, è caratterizzata dalla concentrazione della maggior parte dei casi in alcuni gruppi a rischio e in alcune classi di età e dall’emergere di ceppi tubercolari multi resistenti (MDR). Come evidenziato nelle nuove Linee guida, capire le modalità e i percorsi di trasmissione dei ceppi di Mycobacterium tuberculosis, che causano focolai epidemici, e diagnosticare precocemente l’infezione quando è ancora latente è cruciale per poter mettere in atto strategie di controllo efficaci”. La TB in età pediatrica va sospettata in presenza di alcuni sintomi e segni di coinvolgimento polmonare: tosse persistente o tosse di durata maggiore di 4 settimane o dolore toracico persistente; tosse o altri sintomi respiratori associati a calo ponderale, astenia o malessere generale e febbricola di lunga durata; forme di polmonite atipiche, scarsamente responsive a terapie di prima linea o con carattere recidivante, soprattutto in soggetti a rischio; quadri radiologici di polmonite con segni tipici di TB.

VACCINAZIONE PNEUMOCOCCICA – Al Congresso si è ampiamente discusso anche di vaccinazione pneumococcica (PCV13) che oggi, sulla base di nuove evidenze scientifiche, è fortemente raccomandata anche nei bambini di età superiore a 5 anni, se affetti da patologie a rischio. Studi recenti, però, sembrano offrire spazio all’utilizzo del vaccino PCV13 anche nel bambino sano di età superiore ai 5 anni. “E’ stato infatti dimostrato “ precisa Susanna Esposito “ attraverso valutazioni eseguite con metodiche di biologia molecolare che almeno il 50% dei bambini della scuola dell’obbligo e il 30-35% degli adolescenti, pur vaccinato nel primo anno di vita, è portatore di alcuni sierotipi di pneumococco contenuti nei vaccini che avevano ricevuto. Ciò induce a riaprire il problema della possibilità di diffusione di pneumococchi da parte del bambino in età scolare e dell’adolescente anche senza fattori di rischio e, di conseguenza, dell’utilità di richiami di PCV13 anche al di là dei 5 anni”. Nei soggetti di età maggiore di 5 anni con patologie di base favorenti le infezioni pneumococciche, l’indicazione all’uso di PCV13 è, invece, fortemente raccomandata considerando che la gran parte di questi soggetti è effettivamente a rischio più elevato del normale di malattie pneumococciche.

Agipress

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