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23 Ottobre 2023

Pasta, poco grano italiano


AGIPRESS – L’Italia non è grande produttrice di grano, tant’è nei primi sette mesi del 2023, le importazioni dal Canada, una sorta di granaio del mondo che spesso compete con l’Ucraina (oggi in crisi per noti motivi), sono cresciute del 530% e pare che rappresenti la metà di tutto il grano che importiamo. A renderlo noto Aduc (Associazione diritti utenti e consumatori) in una nota in cui spiega: “La Coldiretti ci informa che nei primi sei mesi abbiamo speso il 13% in più rispetto al 2022 e – aggiungiamo noi – è credibile che sia perché la pasta ha prezzi maggiori, non tanto perché ne consumiamo di più. E sempre Coldiretti ci dice che il 40% degli acquisti sono di pasta prodotta con grano coltivato in Italia”.

“Abbiamo fatto un’analisi – continua Aduc – delle offerte in una delle maggiori catene di supermercati italiani (Esselunga). Leggendo le confezioni risulta che 8 su 20 (40%) dichiarano di usare grano al 100% italiano, per cui si confermano i dati Coldiretti. L’altro 60% va da chi indica grani “Ue e non Ue” (4 su 20, 20%), chi non indica nulla (6 su 20, 30%) e il restante 10% che riportano informazioni “uniche” (italiano+australiano e chi fa appello alla fiducia con “Grani dall’Italia e dal mondo da noi selezionati”). Sulle etichette abbiamo notato che, chi dà indicazioni, lo fa con due frasi (insieme o una in alternativa all’altra): “Paese di coltivazione del grano: Italia” e “Paese di molitura: Italia”. E’ evidente che, per chi cerca il grano italiano, che la molitura (macinazione) in Italia non indica di per sé che il grano sia italiano” – conclude Aduc.

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