Un disastro naturale: raffiche violentissime ed alluvioni mettono in ginocchio il nord est del nostro paese
AGIPRESS – FIRENZE – È la notte del 29 ottobre 2018. Un boato e poi l’apocalisse. I venti raggiungono la velocità di un uragano, soffiando tra i 100 e i 200 chilometri orari per diverse ore, mentre gli alberi si schiantano al suolo e interi boschi si arrendono alla forza della natura. Le mappe metereologiche previsionali visualizzano, già da qualche giorno, una forte ondata di maltempo che avrebbe interessato il Nord-Est del nostro Paese. E l’ondata arriva con tutta la sua furia. In una sola notte vengono abbattuti 14 milioni di alberi, la pioggia cade persistente, bombe d’acqua travolgono fiumi, cancellano strade, devastano case. Si contano vittime, paesi isolati e danni incalcolabili. “Se si vedono le immagini di quei giorni, si ha l’idea dell’apocalisse. I venti violentissimi hanno messo a nudo la fragilità dei nostri boschi. Perché l’uomo rimane cosଠindifferente ai messaggi che l’ambiente gli sta inviando?” È Paola Favero, forestale e scrittrice, testimone diretta e voce narrante di questa quarta puntata di Ossi di Seppia, quello che ricordiamo, dal 26 ottobre su RaiPlay. Un disastro che racconta la verità sul cambiamento climatico che con Vaia diventa tangibile ed evidente: la natura prende il sopravvento e vince sull’uomo.
Ossi di Seppia, quello che ricordiamo, la prima serie Tv non fiction dell’era post pandemia, prodotta da 42° Parallelo, è una esplorazione emozionale del passato che, in ventisei puntate e altrettanti eventi (che si avvalgono del repertorio tratto dalle Teche Rai e dagli archivi fotografici) ripercorre quei fatti che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese, che hanno segnato le nostre vite e che rimarranno appunto¦ quello che ricordiamo.