AGIPRESS – La caffeina non si trova solo nel caffè, bensì anche in alcune bevande (come tè, mate e drink energetici), integratori e alimenti contenenti cacao, come il cioccolato. Tale molecola può essere assorbita in modo diverso a stomaco vuoto o pieno ma, in ogni caso, gli studi confermano che, una volta presente nel torrente circolatorio della donna, la caffeina è in grado di raggiungere le ovaie, l’utero e le tube di Falloppio, così come ogni altro tessuto, placenta inclusa. “Alla luce dei risultati degli studi finora condotti, si consiglia di non superare la dose soglia di circa 200 mg/die di caffeina se si è alla ricerca di una gravidanza, come suggerisce l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. Se si tiene conto che un caffè espresso contiene circa 80 mg di caffeina, è facile intuire come il consumo di più di due caffè al giorno possa essere eccessivo in questa fase, o quanto meno sconsigliabile”. Così in una nota Claudia Banfi, Biologa nutrizionista presso Eugin.
E per quanto riguarda gli uomini? La caffeina sembrerebbe influenzare negativamente il volume, il numero e la concentrazione degli spermatozoi; inoltre, sembrerebbe associata a maggior frammentazione del DNA spermatico. Il limite di 2 caffè al giorno è suggerito, quindi, anche in questo caso.
Ma attenzione anche all’’alcol, una sostanza tossica potenzialmente cancerogena e in grado di indurre dipendenza. Il consumo non ha alcuna utilità per l’organismo, risulta invece fonte di danno diretto alle cellule di molti organi, in particolare fegato e sistema nervoso centrale (SNC) ed è correlato all’insorgere di alcuni tumori maligni. I suoi effetti avversi, talvolta irreversibili, non risparmiano neppure il sistema endocrino-riproduttivo, determinando infertilità, impotenza, riduzione della libido e alterazioni ormonali, che possono poi tradursi in alterazioni mestruali nella donna e in ipogonadismo nell’uomo. Per una donna, l’abuso di alcol comporta un aumento nella concentrazione di estrogeni e una diminuzione dell’ormone FSH che inibisce la follicologenesi e l’ovulazione. Secondo il parere del Dott. Chavarro e di altri autori, le donne che consumano circa 10 g di alcol al giorno, che corrispondono a circa un calice di vino al giorno o a un drink, hanno un rischio di infertilità anovulatoria di quasi il 50% superiore rispetto alle donne che non bevono alcolici. La correlazione è particolarmente marcata nel caso in cui si consumino distillati.
“La medicina della riproduzione si occupa in primo luogo di prevenzione. Prima di suggerire e iniziare qualsiasi genere di trattamento – conclude il dott. Mario Mignini Renzini, Referente medico per gli aspetti clinici dei Centri Eugin in Italia e responsabile del Centro di PMA della Casa di Cura La Madonnina di Milano e Professore di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, è fondamentale verificare e correggere le abitudini alimentari della coppia che possono influire sulla fertilità e sulla possibilità di ottenere una gravidanza, sia in modo naturale che ricorrendo alla fecondazione assistita. Non dobbiamo scordare, inoltre, che il consumo di alcol da parte del padre prima del concepimento e anche della madre durante la gravidanza, può avere ripercussioni negative anche sullo sviluppo del feto e dei nascituri. Pertanto, è importante non abbassare la guardia una volta che si è conseguita la tanto desiderata gravidanza”. AGIPRESS