DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

22 Marzo 2023

Non piove, un altro anno nero per l’idroelettrico


AGIPRESS – L’Italia è la terza nazione europea dopo Francia e Norvegia per potenza idroelettrica installata ma, con la siccità , sta vedendo scemare sempre più la propria capacità di produrre energia elettrica sfruttando gli oltre quattromila impianti attivi. Eppure ci avevamo fatto conto, all’inizio della guerra in Ucraina e con la necessità di liberarsi dalla dipendenza da gas russo, sui 45 miliardi di kWh prodotti in media ogni anno dalle nostre centrali idroelettriche, collocate perlopiù nelle regioni dell’arco alpino. Amara sorpresa, proprio mentre scattavano le sanzioni alla Russia e il prezzo del gas saliva alle stelle, scoprire che il 2022 rischiava di passare alla storia come uno degli anni più siccitosi del vecchio continente. E cosଠè stato: il 2022 è l’anno più secco degli ultimi 500 anni.

Oltre ad avere problemi per la carenza d’acqua nei settori dell’agricoltura e del turismo, è stato registrato che gli impianti idroelettrici hanno prodotto molta energia in meno, circa il 30%. In dodici mesi la produzione di energia idroelettrica è scesa da 45 a 30 miliardi di kWh, rappresentando cosଠappena il 10% della produzione nazionale di elettricità . Finora, la corrente elettrica prodotta con l’acqua rappresentava oltre il 15% del totale prodotto in Italia, di gran lunga la fonte rinnovabile più proficua dell’intero stivale. Per dare un’idea, il fotovoltaico e l’eolico messi insieme riescono solo adesso a eguagliare l’idroelettrico. La previsione del 2023 è fosca. Mentre tutti parlano delle difficoltà per l’utilizzo potabile e irriguo delle nostre acque, le centrali installate su dighe, invasi e corsi d’acqua vanno progressivamente spegnendosi.

C’è da dire che, mentre il fotovoltaico e l’eolico saranno senza dubbio il traino della crescita delle energie rinnovabili, in Italia l’idroelettrico è stato in larga parte già sfruttato. Le centrali idroelettriche hanno spinto la crescita economica italiana degli anni ’50 e ’60 e da qui è facilmente comprensibile che molti degli impianti accusano anche problemi di vetustà e efficienza. Non per questo la strada dell’idroelettrico è stata abbandonata. Sono in corso di realizzazione numerosissimi piccoli impianti che, con l’installazione di briglie e turbine nei fiumi di tutta Italia, continueranno a sfruttare il fluire dell’acqua. AGIPRESS

di Luca Lari

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