Attraverso il ristorno di una parte dei canoni versati allo Stato dai concessionari autostradali
AGIPRESS “ FIRENZE – Per la montagna italiana in arrivo buone notizie dall’ultima versione dello “Sblocca Italia”. Nel corso dell’esame in Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati, una modifica avanzata con un emendamento a prima firma dell’on. Enrico Borghi e dal gruppo Pd (e successivamente sottoscritto anche da Ncd e Psi) ha reintrodotto il rifinanziamento del “Fondo per la Montagna” di cui alla legge 97/94, il capitolo della quale venne azzerato nel 2010 dalla legge finanziaria dell’epoca e mai più ripristinato. L’alimentazione del fondo avverrà secondo una modalità da lunghi anni rivendicata dagli amministratori degli enti montani, ovvero attraverso il ristorno di una parte dei canoni versati allo Stato dai concessionari autostradali, che in tal modo ristoreranno ai fini di compensazioni ambientali i territori montani compromessi dal punto di vista paesaggistico e ambientale dalla presenza di queste grandi infrastrutture. Il testo del provvedimento, infatti, introduce all’articolo 5 – nel quadro di una norma di proroga delle concessioni autostradali che ha fatto e sta facendo molto discutere – uno specifico comma aggiuntivo che stabilisce come i proventi derivanti dai canoni versati a seguito delle concessioni oggetto di proroga debbano essere suddivisi – mediante un decreto del Ministero dell’infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il ministero dell’economia, sentite le commissioni parlamentari competenti – per rimpinguare tre fondi: il fondo manutenzioni dell’Anas, il fondo per il trasporto pubblico locale e, appunto, il fondo per la montagna.
“Si tratta di un provvedimento storico per gli enti locali della montagna italiana – ha commentato l’on. Borghi – che torna ad assicurare un’alimentazione finanziaria per progetti di sviluppo e di compensazione ambientale dopo anni di assenza dello Stato, introducendo un meccanismo innovativo che non grava sulla finanza pubblica ma ripristina una logica di naturale compensazione ambientale secondo la logica del pagamento dei servizi ecosistemici”. “Passo dopo passo “ commenta il Presidente di Uncem Oreste Giurlani “ la montagna si sta riappropriando di quegli elementi essenziali necessari al proprio sviluppo e alla salvaguardia dei propri territori che troppo spesso nel corso degli anni sono stati oggetto di tagli indiscriminati e riduzione di servizi. Molto resta da fare, lavoreremo ancora intensamente con i Comuni e gli enti montani per affermare sempre più in montagna il principio di compensazione e perequazione”.
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