La ricorrenza dell’opera del Machiavelli celebrata da Firenze e dalla Toscana. L’esposizione presentata alla Stampa estera a Roma
ROMA – Il cinquecentenario del “Principe” di Machiavelli sarà celebrato da Firenze e dalla Toscana con una mostra dal prossimo 10 dicembre (data dell’annuncio in una lettera a Pier Vettori dello stesso Machiavelli della conclusione della stesura di un “trattatello”) al 22 febbraio 2014. “E’ stata una felice unione di forze e di volontà “ ha affermato il presidente del comitato organizzatore Valdo Spini, presentando stamani (mercoledଠ13 novembre) l’iniziativa nella sede della Stampa estera, a Roma, presente il suo presidente Maarten Val Aalderen “ tra il Comune di Firenze, la Regione che ha finanziato la mostra, il Polo Museale, la Biblioteca Nazionale e l’Archivio di Stato che consente di portare a fondo una iniziativa dovuta ad una delle maggiori figure della nostra storia nella sua sua terra, dopo quella di Roma organizzata dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana e dalla Aspen University”.
Ringraziando Valdo Spini per l’impegno e il lavoro svolto, l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti ha sottolineato quanto la politica della Regione Toscana privilegi “il ricordo e la celebrazione della nostra storia come strumento di creazione e trasmissione culturale. Solo trasferendo la memoria nel vissuto di ciascuno di noi si può arrivare a farne metodo efficace di rapporto con la società per aiutarne la crescita”.
La mostra, ospitata nelle sale monumentali della Biblioteca Nazionale di Firenze, raccoglierà circa novanta opere; di queste tredici messe a disposizione dal Polo Museale, tra cui non si può dimenticare la tavola Doria, esposta per la prima volta a Firenze dopo la prima del Quirinale a seguito del ritrovamento da parte di Carabinieri e magistrati e l’accordo con il Tokio Fuji Art Museum che l’aveva acquistata in buona fede. E poi i documenti rari e importanti messi a disposizione dall’Archivio di Stato di Firenze; tra gli altri la copia splendida dei vangeli su cui giuravano le cariche repubblicane, il bando e il cifrario degli ambasciatori.
Agipress