AGIPRESS – MILANO – Raccontare l’Alzheimer e le demenze attraverso il linguaggio cinematografico e analizzare l’evoluzione della narrazione della malattia per capire come meglio tutelare i diritti delle persone che ne soffrono. Sono questi gli obiettivi della prima edizione della rassegna Corti di Memoria, promossa e organizzata da AIMA – Associazione Italiana Malattia di Alzheimer. L’iniziativa, totalmente gratuita, in corso a Milano oggi venerdì 29 e sabato 30 novembre presso due sale (Capitol e Aurora) del cinema CityLife Anteo.
PROGRAMMA – Nel corso della due giorni saranno proiettate 15 pellicole – tra lungo, medio e cortometraggi – che raccontano ognuna in maniera diversa la malattia di Alzheimer. Venerdì 29 novembre, dopo un incontro di apertura con i rappresentanti istituzionali alle 12, a partire dalle 14.00 sono proiettati nove cortometraggi (sala Capitol) e i film Quel che resta di lei e Vittorio, Capitan Pistone e tutti gli altri (sala Aurora). Alle 16 è in programma l’incontro con i registi (Capitol), mentre alle 19 si terrà l’aperitivo solidale per sostenere AIMA. Alle 21 chiude la prima giornata la proiezione di La casa di Ninetta, prima regia di Lina Sastri. Tratto dall’omonimo romanzo della Sastri, il film racconta la storia di una donna luminosa e speciale, del rapporto con la figlia artista e dell’evolvere della malattia tra presente e passato, seguendo il flusso della memoria. Una storia di amori non sempre felici, narrata con leggerezza e allegria. Sabato si apre alle 10.30 con l’incontro “Comunicare l’Alzheimer”, con Federica Agosta, Professore Associato Neurologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele; Riccardo Caccia, Professore a contratto di Storia del cinema dell’Università IULM; la Senatrice Beatrice Lorenzin ex Ministro della Salute; la pubblicitaria, giornalista e saggista Annamaria Testa; Ketty Vaccaro, sociologa e responsabile ricerca biomedica e salute del Censis, e Patrizia Spadin, Presidente AIMA – Associazione Italiana Malattia di Alzheimer. Nel pomeriggio spazio alle proiezioni delle due pellicole internazionali The Eternal Memory (in concorso all’ultima cerimonia degli Oscar nella sezione documentari) e Remembering Gene Wilder, quest’ultima alla prima europea nelle sale. Questo affettuoso tributo a Gene Wilder celebra la sua vita e il suo genio comico, un’eredità racchiusa in una straordinaria serie di ruoli cinematografici. Composto da una serie di clip toccanti ed esilaranti, da filmati amatoriali mai visti prima e da interviste ad amici e collaboratori, questo intenso documentario mette in luce una persona di grande umanità, i cui ultimi anni della sua vita sono stati segnati dalla malattia di Alzheimer. In entrambi i giorni e per tutta la durata dell’evento sarà inoltre attivo lo Sportello informativo Alzheimer, dove i partecipanti potranno conoscere le attività che AIMA porta avanti a sostegno dei pazienti e dei caregiver.
Perché Corti di Memoria? In Italia i casi di demenza sono 1,2 milioni, di cui circa 700mila con Alzheimer a cui si aggiungono 800mila persone con segni di deterioramento cognitivo (MCI). La prognosi media della malattia di Alzheimer è di 12 anni e le persone coinvolte nell’assistenza sono circa 4 milioni, con oltre il 70% dei caregiver di sesso femminile. Circa il 10% della popolazione italiana, quindi, è coinvolta sul tema. “La percezione e la comunicazione dell’Alzheimer si è modificata nel tempo a seconda dei passi avanti della ricerca e della conoscenza, ma anche dell’attenzione sociale e politica che le veniva dedicata” ha dichiarato Patrizia Spadin nell’introduzione all’evento. “Attraverso Corti di Memoria vogliamo avviare una riflessione per capire come evolve il racconto di questa malattia, perché riteniamo che la tutela dei diritti passi anche dal come viene raccontata la condizione di vita del malato e dei suoi familiari. La nostra iniziativa si propone dunque come ambito nel quale sviluppare un confronto sincero tra gli autori e il sociale, tra la politica e le famiglie, tra la clinica e la filosofia, passando per la pubblicità e la sociologia. Siamo convinti che le innovazioni all’orizzonte permettano una nuova narrazione, più lieve e consapevole, più obiettiva e oggettiva, in grado di modificare non solo la percezione del problema complessivo ma anche la vita quotidiana di chi vive la malattia” ha messo in evidenza Spadin nel testo che introduce la rassegna.
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