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5 Marzo 2025

Menarini, un anno di grandi soddisfazioni tra ricerca e innovazione

da sinistra: Elcin Barker Ergun, Ceo Menarini e Lucia Aleotti, azionista e membro del Board di Menarini

AGIPRESS – FIRENZE – Il gruppo farmaceutico fiorentino Menarini chiude il 2024 con segno positivo: in crescita il fatturato con 4,603 miliardi di euro, con un + 5,2% rispetto al 2023.  Sono 609 milioni le confezioni di farmaci prodotte, il numero dei dipendenti sale a quota 17.800. L’Ebitda si assesta fra i 430 e i 460 milioni di euro, in aumento rispetto ai circa 350 milioni del 2023. Crescono anche gli investimenti in ricerca e sviluppo che ammontano a 500 milioni di euro, l’11% del fatturato farmaceutico. L’azienda, presente in 140 Paesi nel mondo, conferma la sua particolare attenzione ai progetti di ricerca in campo oncologico, cardio-metabolico e sugli anti-infettivi. L’Europa resta il cuore del centro produttivo del gruppo con 18 stabilimenti. Continua poi l’impegno nell’ambito del sociale ma anche in quello delle scienze umane, oltre che la promozione dei grandi valori dello sport attraverso il Premio internazionale Fair Play giunto ormai alla sua 28ª edizione.

Il bilancio dell’azienda è stato presentato a Firenze da Lucia Aleotti, azionista e membro del Board di Menarini e dal ceo Elcin Barker Ergun. “Uno degli elementi essenziali della crescita della nostra azienda è la scelta di continuare ad investire in modo massiccio in ricerca e sviluppo – ha detto Lucia Aleotti – “Il 2025 ce lo aspettiamo in linea con gli anni precedenti, quindi un anno di crescita dove siamo pronti a rispondere alle difficoltà che si presentano. Il principio che ci guida è quello di un’azienda lontana dalla speculazioni finanziarie, in grado di crescere attraverso un autofinanziamento continuo”.  L’azionista ha poi parlato del mercato internazionale spiegando come gli Stati Uniti siano diventati il secondo paese dopo l’Italia, con una notevole crescita che ha visto il focus  sulla parte oncologica. Altri numeri positivi giungono dalla Spagna, e anche l’area dell’est Europa con alcune ottime performance ad esempio in Polonia. Diverso il discorso per quanto riguarda la Cina: “I risultati sono stati diversi dalle nostre aspettative – ha aggiunto – e quindi il 2024 lo abbiamo chiuso intorno a 155 milioni, anche se attendiamo per il 2025 una ripresa, in qualche modo anche una maggiore apertura dell’economia cinese. Ottimi risultati nel Middle East, Turchia e Africa, che ci portano a un fatturato di 270 milioni”.

La Aleotti ha poi risposto alle sollecitazioni dei giornalisti sul tema dei dazi annunciati dagli Usa. “In Usa abbiamo un piccolo stabilimento di produzione e diagnostica, e abbiamo accordi con aziende americane per la produzione su suolo americano in conto terzi di tutta la parte oncologica, i dazi dunque non impattano sulla nostra società. Piuttosto, ciò che manca, – sottolinea l’azionista – è una risposta forte dall’Europa che, nei confronti dell’industria farmaceutica, si è fatta male da sola con scelte decisamente miopi. Mario Draghi ha parlato di dazi autoinflitti, che sono le burocrazie, le tracciature, obblighi, obblighi e obblighi. Nelle sperimentazioni cliniche le aziende Usa erano al primo posto, ma le europee al secondo e le cinesi lontane anni luce. Oggi assistiamo a un ribaltone: la Cina corre e le imprese Ue sono crollate lasciando spazio di innovazione e competitività tutto guadagnato dalle cinesi. In questo modo l’Europa ha imprigionato lo spirito imprenditoriale e non c’è niente di peggio – ha concluso Lucia Aleotti”. “Un vero peccato – ha aggiunto la ceo Barker Ergun – perché le potenzialità del settore, soprattutto nell’oncologia dove Menarini sta crescendo di più, sono enormi, anche grazie all’intelligenza artificiale generativa siamo alle soglie di un nuovo rinascimento per la sanità”. Un’occasione di crescita e sviluppo che non bisogna lasciarsi scappare a vantaggio della collettività. (Davide Lacangellera)

AGIPRESS

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