Il quadro dell’indagine Ars. Dietro le sbarre si soffre in prevalenza di disturbi psichici, malattie infettive e disturbi dell’apparato digerente
AGIPRESS – FIRENZE “ La popolazione detenuta nelle carceri toscane è giovane (età media: 38,5 anni), con basso livello di istruzione, composta per la metà da stranieri (i nord africani sono il gruppo etnico più rappresentato) e per la quasi totalità (96,5%) maschile. Nonostante l’età media sia cosଠbassa, oltre il 70% dei detenuti sono comunque affetti da almeno una patologia: soprattutto disturbi psichici, malattie infettive e disturbi dell’apparato digerente. Sono questi i dati generali emersi dall’indagine che l’Ars (Agenzia regionale di sanità ) Toscana ha condotto nel 2012, in collaborazione con il Servizio sanitario regionale, per verificare lo stato di salute della popolazione carceraria. I risultati dell’indagine verranno presentati il 17 giugno a Firenze nel corso del convegno “Lo stato di salute dei detenuti italiani e il loro rischio suicidario“, che si terrà nell’auditorium di Sant’Apollonia, dalle 9 alle 13.30. I risultati dell’indagine sono stati presentati stamani, nel corso di una conferenza a cui hanno preso parte Francesco Cipriani, direttore Ars Toscana, Fabio Voller, dirigente Ars Toscana e curatore dell’indagine, e Barbara Trambusti, dirigente assessorato diritto alla salute.
Disturbi psichici “ Analizzando più in dettaglio i dati emersi dall’indagine condotta nel 2012, emerge che “ in linea con quanto affermato dall’Organizzazione mondiale della sanità “ i detenuti sono affetti soprattutto da disturbi di natura psichica: le malattie psichiche rappresentano il 41% di tutte le patologie riscontrate, prime per frequenza in tutti e 3 i principali gruppi etnici che compongono la popolazione detenuta (italiani, nord africani, est europei).
Malattie apparato digerente, infettive e parassitarie “ Ai disturbi di salute mentale seguono per frequenza i disturbi dell’apparato digerente (14,4% “ in particolare del cavo orale) e le malattie infettive e parassitarie (11,1%). Fra le malattie infettive uno dei problemi maggiori è l’epatite C (probabilmente legata alla tossicodipendenza), che incredibilmente riguarda in misura maggiore i detenuti italiani (ma questo potrebbe dipendere solo dalla maggiore reticenza degli stranieri a sottoporsi agli screening infettivologici). Per quanto riguarda l’HIV, solo l’1,2% dei detenuti toscani risulta HIV positivo, dato nettamente inferiore a quello internazionale medio (10%), ma anche a quanto riportato da un recente studio multicentrico svolto in 9 strutture italiane attraverso la valutazione sierologica.
Tentativi di suicidio e autolesionismo “ I tentativi di suicidio ed i gesti di autolesionismo rappresentano un’emergenza nel sistema carcerario italiano, cosଠcome in quello di molti altri paesi, ma la situazione nelle carceri toscane è migliore rispetto a quella italiana: nel corso dell’ultimo anno nelle carceri toscane il 6,1% dei detenuti visitati ha messo in atto un gesto di autolesionismo (in Italia è il 10,6% sul totale dei detenuti), mentre l’1,3% (44 soggetti) ha tentato il suicidio (in Italia la frequenza di tentati suicidi è dell’1,9% sul totale dei detenuti). Il 95% dei detenuti toscani che ha tentato il suicidio ha una diagnosi di malattia di tipo psichiatrico, prevalentemente legata al disturbo da dipendenza da alcol o sostanze (70%).
Permanenza in cella e attività ‘ lavorativa “ Nonostante le strutture penitenziarie toscane organizzino in media 5 ore di attività fisica (a cui partecipano però poco più del 40% dei detenuti), la permanenza giornaliera in cella rimane davvero molto elevata: i detenuti trascorrono infatti mediamente in cella oltre 17 ore al giorno. Il 33,9% svolge un’attività lavorativa o manuale durante la detenzione. Da una prima analisi sembra che i detenuti che svolgono un qualche tipo di attività , pur in stato di coercizione, hanno una salute migliore rispetto agli altri.
Minori “ Fra i minori detenuti nelle carceri toscane, 78 sono i ragazzi che durante il periodo indice hanno avuto accesso alle strutture, di cui 51 sono maschi. Solo il 29,5% di loro è italiano, la fascia di età più rappresentata è quella 16-17 anni ed oltre il 30% dei ragazzi detenuti presentano una patologia: si tratta soprattutto di problemi di dipendenza da sostanze (in misura maggiore rispetto ai loro coetanei liberi).
Agipress