AGIPRESS – Desta sgomento la morte della psichiatra uccisa brutalmente a Pisa da un suo ex paziente. E’ stata colpita di sorpresa alle spalle mentre era chinata sulla propria bicicletta per rimuoverne il lucchetto e andare via alla fine del proprio turno di lavoro.
Serve una riflessione seria, ma anche risposte immediate perchè se nel comparto della sanità e assistenza sociale in media vengono registrati 2.500 casi l’anno di infortuni legati ad aggressioni, qualcosa in termini di sicurezza, va rivisto. La maggior parte degli eventi avviene in case di cura e ospedali, ad essere più colpite sono le operatrici sanitarie di sesso femminile (75% dei casi). E quella della psichiatria è la categoria che subisce più violenza fisica, dopo gli operatori al Pronto Soccorso. Un fenomeno, tra l’altro, sottostimato perchè numerosi sono gli operatori sanitari che hanno il timore ad esporsi presentando la denuncia.
Dalla chiusura dei manicomi sono passati 40 anni ma è evidente che l’attuale gestione delle persone affette da gravi patologie psichiatriche non funziona come dovrebbe. Non si può delegare agli psichiatri e alle famiglie la custodia dei pazienti senza un sistema in grado di garantire la massima sicurezza. Serve una riflessione ora, servono politiche ad hoc in grado di programmare immediati interventi a tutela degli operatori della sanità , ma serve anche un grande lavoro culturale, di sensibilizzazione di tutte le Istituzioni per un nuovo approccio alla salute mentale, perchè fatti tragici come quello di Pisa, non accadano più. AGIPRESS