DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

27 Agosto 2023

Lo zoo fatto di luci e senza gabbie


AGIPRESS – Quando visitiamo gli zoo torniamo sempre a casa con un velo di tristezza che ci accompagna. Nonostante abbiamo avuto l’occasione di vedere molti animali e trascorrere una bella giornata, non siamo però contenti e felici. Questi posti infatti, per noi ricreativi, spesso non lo sono per gli animali, costretti in ambienti piccoli e angusti, che ci guardano a volte da dietro alle sbarre con occhi tristi e malinconici, impossibilitati a esprimere i propri comportamenti naturali e vivere una vita dignitosa in base alle esigenze della specie e dell’individuo.

Gli zoo e la loro evoluzione. La parola zoo viene usata per la prima volta a metà del XIX secolo come abbreviazione di “giardino zoologico”, per indicare il Regent’s Park, a Londra. Ma gli zoo che si potevano ammirare anche all’epoca romana erano certo ben differenti da quelli attuali. Recentemente le funzioni dei giardini zoologici sono diventate soggette a normative. Mentre in Europa, il Consiglio dà vita alla Direttiva 1999/22/CE, nel 1993 l’Unione internazionale dei direttori di giardini zoologici (l’attuale WAZA), in collaborazione con alcune fondazioni, tra cui il WWF (World Wildlife Fund), pubblica il documento “The World Strategy for Conservation in Zoos and Aquaria” che costituisce la prima strategia contenente una descrizione degli obiettivi e delle pratiche comuni che i giardini zoologici devono rispettare ai fini della conservazione e della tutela del benessere animale. Nel documento è stata rimarcata l’evoluzione dei giardini zoologici che sono passati da musei viventi a moderni centri di conservazione, dove si intraprendono programmi di istruzione e ricerca, al di là delle attività puramente ricreative. Nel XX secolo, dunque non è mutata solamente la struttura architettonica ma anche la loro funzione, grazie anche al numero elevato di specie minacciate da proteggere e salvaguardare.

Le diverse tipologie di zoo. Ad oggi esistono differenti tipologie di giardini zoologici in base al ruolo che svolgono e a seconda della loro struttura. Ma, a parte queste svariate combinazioni, sarebbe bellissimo visitare uno zoo in cui le gabbie non esistono e dove adulti e bambini possono ammirare con occhi incantati tutti gli animali di questa Terra nel loro ambiente, tutto in una sola visita. Uno zoo cosଠesiste davvero, un posto in cui le luci laser 3D hanno dato vita agli ologrammi degli animali.

Una struttura senza crudeltà . In Australia, a Brisbane, è nato l’Hologram Zoo, la prima “struttura zoologica” del mondo senza crudeltà . È uno zoo molto particolare, ci sono infatti degli ologrammi che raffigurano gli animali, i visitatori hanno cosଠla possibilità di immergersi in una serie di ecosistemi differenti, conoscendoli a 360 gradi. Si può attraversare l’Africa camminando accanto alle giraffe, esplorare l’Asia o scoprire l’Artico nuotando con le balene. Tutti gli animali sono a grandezza naturale, si possono anche sentire i loro versi, proprio come fanno in natura. Sembrano reali ma sono fatti di luce. Anche i dinosauri hanno un loro posto riservato, si possono osservare com’erano nelle epoche preistoriche, seguire i loro spostamenti e scampare all’attacco dei T-rex. Ma non solamente si possono scoprire animali meravigliosi, anche l’olfatto ha la sua parte in questa avventura, si possono sentire infatti, gli odori di fiori e piante o venire travolti dal vento artico. Qualsiasi cosa in questo zoo sembra reale, facendo dimenticare di aver davanti solo delle proiezioni di luce laser. Un’esperienza unica dunque, completa e dinamica, coinvolgente per qualsiasi età . La tecnologia di questo zoo è di ultimissima generazione e non è mai stata utilizzata da nessun’altra parte al mondo. L’Hologram Zoo, progetto di Holoverse, è soltanto il primo di tanti altri zoo di ologrammi che prenderanno vita in futuro. Zoo alternativi, dove non si conosce il significato delle parole violenza e sfruttamento, ma dove l’high tech si fonde con l’ambiente, con l’educazione e con il benessere animale. AGIPRESS

Francesca Danila Toscano – Stradenuove

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